Missioni Consolata - Giugno 2020

23 giugno 2020 MC quil nella quale poi sarebbero stati i Longoni dal 2007 al 2010: «Quando eravamo là - racconta Chiara -, è venuto Mattia a fare un campo estivo, e mi ha detto: “Mi piacerebbe venire qui”». Chiara e Riccardo hanno tre figli: Paola di 17 anni, Silvia di 15 e Marco di 11. Chiara lavora come commessa in un minimarket vi- cino a Milaico, Riccardo insegna matematica al liceo del collegio vescovile di Treviso. Raggiungiamo anche loro tra- mite videochiamata: «L’idea della “Casa accogliente Giovanna” dove viviamo, chiamata così in memoria di una catechista, è di ospitare persone in difficoltà che possano fermarsi per un certo tempo, risolvere la loro difficoltà e poi ripartire - spiega Chiara -. All’inizio pensavamo di ospitare i migranti che uscivano dai centri di prima accoglienza». «Poi in- vece - interviene Riccardo -, il primo caso è stato di una fami- glia tunisina: una coppia con una bambina, e un cugino. Loro lavo- ravano e abitavano in affitto, ma il padrone li aveva sfrattati. Il se- condo caso era un italiano senza fissa dimora. Oggi i nostri ospiti sono due italiani che non tro- vano casa perché disoccupati, e poi un ghanese e un togolese che, pur lavorando, non trovano chi dia loro una casa in affitto». LA CONSOLATA NEL CUORE «Noi ci siamo conosciuti nel 2000 a Bevera - racconta Co- rinna -. La missione è stata sem- pre il filo conduttore della nostra storia. Ci siamo sposati nel 2005, e nel 2007 siamo partiti A sinistra: qualcuno ha scritto su alcune pietre lo spirito di accoglienza respi rato durante un campo estivo di Milaico (a Nervesa della Battaglia, Treviso). Qui: Chiara e Riccardo Co lombo ( a sinistra ) durante la videochiamata dalla Casa ac cogliente Giovanna nella ca nonica di Bavaria, frazione di Nevesa (Tv). | Corinna e Mat tia Longoni ( a destra ) dall’ora torio San Rocco a Monza. * * Mattia è avvocato e lavora per l’Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) della zona Brianza Nord: «Francamente non ce l’a- spettavamo - dice -. Nessuno si aspettava una cosa così lunga». CASA ACCOGLIENTE Trecento chilometri più a Est, a Bavaria, frazione di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, un’altra famiglia di laici missionari della Consolata «origi- naria» di Bevera, vive da due anni l’esperienza dell’abitare una struttura parrocchiale. In questo caso con uno scopo preciso: ac- cogliere temporaneamente per- sone con disagio abitativo. Pur essendo brianzoli, Chiara Viganò, del 1973, e Riccardo Colombo, del 1972, vivono a Nervesa dal 2006. Prima dell’at- tuale esperienza, infatti, hanno abitato dodici anni in comunità con i missionari a casa Milaico, a soli 5 km da dove sono ora. Anche la loro famiglia ha fonda- menta che poggiano sulla spiri- tualità missionaria della Conso- lata e su un’esperienza in Ecua- dor. Sono stati dal 2001 al 2002 nella stessa missione di Guaya- per Guayaquil, per aiutare nella scuola professionale della mis- sione nel quartiere El fortin. A Bevera c’era padre Ernesto Viscardi, un missionario capace di aprirti gli orizzonti e di invitarti a prendere in mano la tua vita». «Io mi sono avvicinato alla Con- solata - interviene Mattia -, per- ché sentivo il bisogno di “fare qualcosa”, di mettere le mie mani a disposizione. Quando l’ho spiegato a padre Ernesto, lui mi ha detto: “Benissimo, se vuoi questo, vai dagli alpini!”. Mi ha aiutato a scoprire che la voca- zione missionaria non è segnata dalla logica del fare, ma da quella dell’essere, dello stare. Quando poi io e Corinna siamo partiti, ci siamo detti: “Portiamo a Guayaquil la nostra gioia di cri- stiani attraverso il nostro essere coppia, il nostro volerci bene”». «A dire la verità, sono cose che capisci piano piano - aggiunge Corinna -, e noi le abbiamo ca- pite con più chiarezza alla fine della nostra presenza a Guaya- quil, quando è nato Pietro. Fino a quel momento, infatti, eravamo, sì, attenti alle persone, però era- vamo iperattivi: il professore la mattina, il bidello al pomeriggio, l’animatore, il catechista. Invece, quando abbiamo sperimentato la fragilità dell’essere genitori di un bimbo appena nato, allora ab- biamo capito la debolezza di cui parla san Paolo: più sono debole più sono forte. Molte persone si sono date da fare per noi, e ci siamo scoperti davvero fratelli. È MC A Laici missionari della Consolata | Missione a km0 | Abitare | Disponibilità | Semplicità " La vocazione missionaria non è segnata dalla logica del fare, ma da quella dell’essere, dello stare. © Luca Lorusso © Luca Lorusso

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