Missioni Consolata - Giugno 2020

Ogni due giorni il presidente presentava la situazione alla te- levisione. I casi di contamina- zione non si moltiplicano qui in Madagascar. Poi il 20 aprile, il presidente Rajoelina ha presen- tato un rimedio tradizionale, che ha chiamato Covid-organics che l’Istituto malgascio di ricerca ha studiato sulla base della pianta di artemisia (molto efficace e lar- gamente usata nella cura della malaria, ndr ). Hanno trattato due casi di malati e sembra che siano guariti. È un prodotto lo- cale. Ha dichiarato il deconfinamento parziale, e la ripresa parziale di alcune attività, come le classi fi- nali della scuola, che hanno ri- preso mercoledì 22 aprile, ri- spettando sempre le distanze. A ogni scuola si inviano masche- rine prodotte sul posto e anche la medicina locale, Covid-orga- nics distribuita gratuitamente a tutti gli alunni e gli insegnanti. Il ciato alla televisione i primi quattro casi. Noi siamo stati al- lertati e siamo rientrati veloce- mente alla missione. Tutto era chiuso». Padre Jean apprezza il modo con cui è stata gestita l’emer- genza: «Il presidente stesso era il primo sulla linea del fronte, in- sieme al governo per sensibiliz- zare la popolazione sui pericoli del Covid-19, mostrando cosa succede negli altri paesi. È stato costituito un centro operativo di risposta contro il virus. Hanno chiuso tutto il traffico aereo e stradale. Hanno cominciato a seguire i casi. Sono stati molto attivi. E la popolazione ha obbe- dito. Anche se non è facile. In queste pagine: scene stradali lungo i 15 km che separano Bealanana (capoluogo) e Beandrarezona. Notare la natura lussureggiante ai bordi della strada, aree nelle quali si coltiva il riso. * MC A Madagascar è sulla strada giu- sta. Se si riprendono le attività poco a poco, vuol dire che va meglio. Avevamo paura, ora la situazione non sembra grave, ma non abbassiamo la guardia, occorre sempre rispettare le consegne del ministero della Salute. A livello di chiesa non facciamo attività, anche su indicazioni del cardinale, monsignor Désiré Tsarahazana, presidente della Conferenza episcopale malga- scia. Preghiamo a casa, senza messe e raggruppamenti. Ho speranza che il Covid-19 non farà molte vittime qui». TANTE MISSIONI, TANTE SFIDE Chiediamo a Baba Godfrey se, secondo lui, c’è differenza con le sfide in altre missioni di re- cente apertura, come l’Angola. «Le sfide si assomigliano. Qui gli esperti dicono che occorre stu- diare almeno anno la lingua, senza la quale non riesci a par- lare e quindi a fare missione. Occorre inoltre lavorare tanto in comunione, come ci insegna il Concilio Vaticano II, che defini- sce la missione come comu- nione. Oggi più di ieri ci chie- dono di lavorare in stretta co- munione con diversi enti sul ter- ritorio. Si tratta di uno dei paesi più po- veri del mondo, noi siamo all’ini- zio e vogliamo fare un progetto con la gente locale». A proposito, ci racconta padre Jean «la popolazione di Bean- drarezona ha iniziato a rimettere a posto la strada di collega- mento con Bealanana, che è la più importante per il villaggio. Noi ci siamo dati disponibili e parteciperemo direttamente ai lavori». Anche questa è mis- sione. E padre Godfrey parla di futuro: «Come prospettiva abbiamo quella di aprire altre missioni nel paese nei prossimi anni, non molte, si parla di due o tre. Pic- cole comunità, ma grandi se- gni». Marco Bello (1-continua) giugno 2020 21 MC

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