Missioni Consolata - Giugno 2020

giugno 2020 17 MC IL PRECURSORE Fin dal 1999, padre Noè Cereda, missionario della Consolata in- namorato dell’isola, aveva otte- nuto dai suoi superiori un per- messo speciale, ad personam , per poter lavorare nel paese, pur non essendoci missioni dell’Istituto. Passò alcuni anni proprio a Hell-Ville, poi, dal 2005, si trasferì in capitale, An- tananarivo. Padre Cereda ha la- vorato con le suore Ancelle (o discepole) del Sacro Cuore, fon- date a Lecce e arrivate sull’isola nel 1988. Nel settembre del 2010, padre Stefano Camer- lengo, attuale superiore gene- rale e all’epoca vice superiore, fece una visita a padre Noè. Re- stò molto colpito dalla bellezza dell’isola, ma anche dalle difficili condizioni di vita. Due anni più tardi, il vescovo ita- liano di Ambanja, monsignor Vella, scrisse una lettera uffi- ciale chiedendo ai missionari della Consolata di aprire una missione nella sua diocesi. La ri- sposta tardò, ma la riflessione fu portata avanti. Nel giugno 2016 una nuova visita del consiglio generale, composta dai padri Dietrich Pendawazima, Hieroni- mus Joya e Marco Marini, ac- compagnati proprio da padre Noè, sancì infine la decisione. Il vescovo propose tre possibili missioni: Ankaramibe, sulla di- rettrice stradale verso Sud tra Ambanja e Antsohihy; la se- conda nei pressi della stessa città di Antsohihy; la terza più al- l’interno, a 15 km da Bealanana, una località chiamata Beandra- rezona. La decisione cadde proprio su quest’ultima. LA SCELTA «Questa scelta, seppure la più complessa, è sicuramente quella più ad gentes rispetto alle altre - ci spiega Baba God- frey -. Nelle altre due località c’era già la presenza di sacer- doti, mentre a Beandrarezona ci andavano una volta ogni due anni. Inoltre la zona è di difficile accesso, durante la stagione delle piogge la strada diventa un letto di fango. Anche sul ver- sante della promozione umana le esigenze sono moltissime. Dal punto di vista missionario, in questa zona solo tre persone ogni cento sono cristiane». In Madagascar, a livello nazio- nale, i cristiani sono circa il 45%, e metà di questi sono cattolici. I restanti praticano religioni tradi- zionali, che sono molto impor- Siamo sull’isola di Nosy Be, co- sta Nord orientale del paese. Il tempo è stupendo, il mare bel- lissimo. Ma le sfide che aspet- tano i missionari sono enormi. Il gruppo raggiungerà Ambanja al di là dello stretto, con un moto- scafo da Hell-Ville (Andoany), capoluogo del distretto di Nosy Be. Qui c’è la sede della vasta diocesi. Il viaggio di padre Godfrey rap- presenta l’apertura ufficiale della missione, ma i missionari che vi lavoreranno devono an- cora arrivare, problemi burocra- tici di permessi e visti li hanno trattenuti a Nairobi (Kenya). Sono i padri Jean Tuluba (Rd Congo), Kizito Mukalazi (Uganda) e Jared Makori (Kenya). Loro sbarcheranno sull’«Isola rossa» il 13 marzo, ini- ziando, di fatto, la nuova avven- tura. Ma come si è arrivati a questo giorno? Facciamo un passo in- dietro. A Qui sopra: Baba Godfrey inieme a mons. Vella ( sinistra ) sul motoscafo che da Nosy Be li porta sulla grande isola. | A sinistra: i tre mis sionari della Consolata in mezzo ai bambini di Beandrarezona. * Evangelizzazione | Missionari della Consolata | Ambanja | Nuova missione MC

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