Missioni Consolata - Maggio 2020
54 maggio 2020 MC nullando tutti i pacchetti turistici e gli incontri diplomatici in pro- gramma. Per una nazione sog- getta a embargo internazionale da parte delle Nazioni Unite, la decisione di chiudere le porte al turismo non è cosa da poco: nel 2019 circa 350mila cinesi hanno visitato il paese e l’industria turi- stica ha portato nelle affamate casse nordcoreane 175 milioni di dollari. Una boccata d’ossi- geno non indifferente per un’e- conomia sempre alla ricerca di valuta pregiata, eppure il go- verno nordcoreano non ha esi- tato un attimo nel prendere le misure necessarie per contra- stare una possibile epidemia. Dopo la serrata internazionale è stato il turno delle scuole e dei principali centri di aggregazione sociale, ritenuti non indispensa- bili per la sopravvivenza quoti- diana dei 25 milioni di nordco- reani, arrivando ad ordinare la quarantena a trecentottanta stranieri residenti nel paese e circa settemila persone nelle provincie settentrionali e meri- dionali di Phyongan e di Kangwon. Sono queste le zone considerate più a rischio: Kangwon confina con la Corea del Sud, mentre le provincie di Phyongan sono attraversate dalle arterie principali che col- * COREA DEL NORD legano la Corea del Nord con la Cina. Sinuiju, il capoluogo con 360mila abitanti, è la città più esposta al contagio: al di là del fiume Yalu, lungo le cui rive si sviluppa il centro urbano, c’è la metropoli cinese di Dandong, due milioni e mezzo di abitanti molti dei quali hanno attività commerciali collegate alla Co- rea del Nord. Durante i periodi normali, quando il confine ri- mane aperto, migliaia di per- sone passano da una parte al- l’altra del fiume. Chiaro, quindi, che le autorità nordcoreane siano state particolarmente ap- prensive verso questa zona a rischio. Proprio da qui, secondo un rapporto non confermato del Daily NK (sito sudcoreano specializzato in notizie sulla Nord Corea, ndr ), sarebbe par- tito il primo focolaio che avrebbe infettato il paese estendendosi nella zona a eco- nomia speciale di Rason, nella città di Heju, nella provincia di Hwanghae meridionale e nella stessa capitale del paese. Noti- zie che non sono state ufficial- mente confermate. Tuttavia, è assai improbabile che un virus assai contagioso come il Sars- CoV-2 possa essere stato con- tenuto al di fuori delle frontiere nazionali, soprattutto in un paese schiacciato tra due degli stati più colpiti dalla malattia. Se i 238 chilometri di confine condivisi con la Corea del Sud non rappresentano un grosso problema, in quanto divisi da una zona demilitarizzata invali- cabile, controllare 1.416 chilo- metri di confine con la Cina è praticamente impossibile e il fiorente commercio clandestino tra i due paesi non gioca a fa- vore delle restrizioni imposte da Pyongyang. Le politiche di contenimento messe in atto dal governo hanno, però, funzio- nato grazie a diversi fattori tra cui la coesione culturale e l’or- goglio nazionale attorno a cui è stata plasmata la società nord- coreana durante l’arco della sua storia attraverso le visioni e le idee imposte dai leader che si sono succeduti dal 1948 ad oggi. Era già accaduto durante l’Ardua Marcia, il periodo di profonda crisi economica ac- compagnato da una terribile carestia tra il 1994 e il 1999 quando, anziché ribellarsi alle autorità, i nordcoreani si sono riorganizzati all’interno del si- stema avviando una serie di riforme sociali ed economiche che hanno costituito le fonda- menta dell’attuale struttura na- zionale. © Kim Won Jin / AFP " Il sistema sanitario nordcoreano concentra l’attenzione sulla popolazione giovane.
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