Missioni Consolata - Maggio 2020
Ci mancherà la sua voce un po’ impastata e pacata dei servizi su Radio Popolare, i suoi scritti sulla rivista «Africa» e sul blog «Buon- giorno Africa», i suoi libri di ap- profondimento, unici in Italia per i temi affrontati. Mi ricordo quando lo intervistai per il suo libro su Boko Haram, «Califfato Nero». Ri- cordo le disquisizioni su Abou- bakar Shekau, il capo del gruppo terroristico, chiamato «l’immor- tale», perché dato più volte per morto e più volte rispuntato in un video sul web. In quell’occasione Raffa mi disse: «[In questo la- voro] i viaggi sono stati essen- ziali, perché un fenomeno stu- diato dall’Europa continua ad avere dei buchi che si riempiono e si comprendono solo se si rie- sce ad andare sul posto. Io ho cercato di farlo preparando molto bene le missioni, creando e mantenendo relazioni con per- sone fidate in loco, e cercando di risparmiare». L’ultima volta ho incontrato Raffa a una serata su Thomas Sankara, il presidente visionario del Burkina Faso, a Milano. En- trambi eravamo intervenuti, e stavamo seduti fianco a fianco. Uscimmo insieme, io e lui. Mi chiese: «Di cosa ti stai occu- pando? Quali progetti hai?». E concluse: «Dobbiamo organiz- zare di incontrarci». Addio Raffa, giornalista di grande umanità. Ci mancherai. Marco Bello RICORDANDO RAFFA La notizia che non avremmo mai voluto sentire infine è arri- vata. Era sabato sera 28 marzo. Tutti chiusi in casa per il lock- down. Un messaggio sul telefono ci avvisava: Raffaele Masto se n’è andato. Raffa ( nelle foto sotto ), come lo chiamavano amici e col- leghi, ci ha lasciati dall’ospedale di Bergamo, dove aveva subito un trapianto di cuore alcuni mesi fa. Finita la lunga terapia inten- siva, doveva essere trasferito, ma è arrivata la furia del Covid-19 che se lo è portato via. Raffa scriveva di Africa, conti- nente che ha percorso in lungo e in largo per oltre 30 anni. Il suo era un giornalismo fatto «con la testa e con le suole delle scarpe», sempre in giro, in mezzo alla gente, a cercare il contatto umano e le storie vere. Sempre dalla parte di chi aveva qualcosa da dire, ma veniva zit- tito. Grande conoscitore del con- tinente, forniva acute analisi de- gli eventi che lo caratterizza- vano. Univa in sé profonda com- petenza e grande umiltà. Sem- pre pronto a dare un consiglio o a rispondere alla richiesta di un collega, sempre interessato a te, ai tuoi progetti. Sempre aperto a insegnare qualcosa ai più gio- vani. A trasmettere una pas- sione. Mai un atteggiamento di superiorità. IL MONDO CHE VERRÀ E NOI Care lettrici, cari lettori, questo numero di MC è stato la- vorato in modalità «smart working»: ciascun redattore da casa propria. Sappiamo che solo una parte delle lavoratrici e dei lavoratori può lavorare stando tra le mura domestiche, e che molti hanno dovuto continuare a farlo an- dando fuori. Pensiamo in partico- lare agli operatori sanitari e a quanti producono beni o offrono servizi essenziali. Pensiamo poi a tutti quelli che non hanno più po- tuto lavorare o che hanno dovuto usare le ferie, o ricevono la cassa integrazione, o semplicemente sono dovuti rimanere a casa senza reddito. Non sappiamo come sarà la si- tuazione quando leggerete que- ste pagine. Sicuramente non sarà tornata la normalità perché la pandemia e le sue conse- guenze ci accompagneranno per lungo tempo. Noi, nel frattempo, cercheremo di capire quale mondo ne verrà fuori. Certamente un mondo più povero e ferito. Speriamo anche più solidale e attento alle cose essenziali. Marco Bello, Luca Lorusso, Paolo Moiola (i redattori di MC) 5 maggio 2020 MC A cura del Direttore MC R Noi e voi LETTORI E MISSIONARI IN DIALOGO
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