Missioni Consolata - Maggio 2020
mande sui miei genitori. Non ho potuto raccontare la mia storia completa». Marco interviene per dirci che anche a lui è successa la stessa cosa: «A causa della pressione del Pcc sui paesi stranieri, e delle notizie false prodotte dal governo cinese, è difficile per i rifugiati cristiani ottenere l’asilo. Io ho sperimentato la persecu- zione del Pcc, ma la commis- sione territoriale alla quale mi sono rivolto non l’ha ricono- sciuta e non ha accettato la mia domanda. In commissione, è successo anche a me che men- tre raccontavo sono stato inter- rotto». RISCHIO ESPULSIONE «In Italia la situazione per la fede religiosa è migliore che in Cina», dice Marco. «Qui posso parlare della mia fede. Come ha detto Vivian, in Cina non posso raccontare quello in cui credo, non posso predicare il Vangelo, perché il Pcc incoraggia a de- nunciare i credenti. La situa- zione è molto pericolosa. La mia richiesta di asilo in Italia è stata rifiutata due volte. Se an- che la cassazione dovesse rifiu- tarla, la mia situazione sarebbe grave. So di altri che sono stati rimandati in Cina, anche da altri paesi, e sono stati arrestati di nuovo e condannati a tre anni e anche di più. Ho sognato di- verse volte la scena di essere di nuovo arrestato. La mia spe- ranza è che il giudice accetti la mia richiesta per rimanere in Ita- lia e poter continuare a vivere la mia fede». «In Italia sono più tranquilla», conclude Vivian, «ma sono co- munque ancora preoccupata, perché qui la libertà religiosa è garantita, ma la mia richiesta di asilo è stata rifiutata. Se anche il ricorso che ho fatto venisse ri- fiutato, sarebbe molto brutto. Ho molta paura di essere rimpa- triata in Cina». Luca Lorusso ARCHIVIO MC: sui richiedenti asilo cinesi in Italia: Luca Lorusso, Dalla Cina all’Italia, rifugiati per religione , in MC agosto 2019. e telefono, scriviamo lettere da portare a mano. Nel giugno 2013 il governo ha arrestato il capo locale della Cdo e alcuni fedeli della regione nella quale mi ero trasferita, e sono stati condannati. Quel capo aveva informazioni su di me, quindi mi sentivo in peri- colo. Allora mi sono di nuovo trasferita in un’altra provincia, e mi sono nascosta in una casa. Sono stata nascosta 14 mesi. Mi mancavano i miei genitori, ma non osavo fare una chiamata. Non osavo fare niente». Vivian è diventata credente della Cdo nel 2012. I suoi geni- tori, invece, lo erano già dal 1998. Quando parla di loro, ha la voce rotta dalla commozione, e si asciuga le lacrime: «Non li ho mai più sentiti. Anche mia mamma nel gennaio 2013 è stata arrestata. Da quando è stata rilasciata non ho avuto più contatti. In quel periodo avevo molta paura: il governo conti- nuava ad arrestare membri della chiesa che sapevano dove vi- vevo, quindi ogni volta dovevo cambiare casa. In questa situa- zione ho deciso di andare all’e- stero. Anche se la Cina è grande, per i credenti non c’è un posto per vivere. MC R Nel 2015 grazie a un amico che lavorava nella polizia e che poi è stato condannato, sono riu- scita ad avere il visto per l’Italia e sono partita». RICHIESTA DI ASILO Vivian, quando viveva in Cina era designer per un’azienda di scarpe. Ora, in Italia, lavora nei fine settimana in un ristorante. Ci tiene a dire che usa molto del suo tempo libero per fare volon- tariato: «A Roma, a Torino e a Milano, i fedeli della Cdo orga- nizzano attività religiose, oppure iniziative per promuovere i diritti umani o i diritti della donna. Gli Italiani sono sempre molto gen- tili e ci aiutano. Quando ho tempo, vado volentieri a fare vo- lontariato per aiutarli». Anche la sua domanda per il ri- conoscimento dello status di ri- fugiata è stata respinta. A diffe- renza di Marco, che è già all’ul- timo passaggio, lei è in attesa della sentenza di secondo grado. «Sto facendo il ricorso al tribunale dopo il rifiuto della mia richiesta», ci dice, poi il suo volto si scurisce: «Quando ho fatto il colloquio con la commis- sione, non mi lasciavano rac- contare la mia storia. M’inter- rompevano. Mi facevano do- 29 maggio 2020 MC
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=