Missioni Consolata - Maggio 2020

sono davvero impressionanti. Dalla sua fondazione, oltre 110mila tossicodipendenti sono stati presi in cura. Continua Phra Kru Vichit: «Oggi il novanta per cento dei nostri assistiti com- pleta il programma e il sessanta per cento per tutto l’anno suc- cessivo alla terapia rimane lon- tano dalle droghe. Per noi il tos- sicodipendente non è un sem- plice malato che necessita di cure fisiche ma è essenzial- mente un uomo che deve ritor- nare alla pace attraverso la ri- nuncia, la purificazione e il sacri- ficio. Abbiamo avuto molti pa- zienti che dopo avere seguito il trattamento hanno deciso di farsi monaci, circa il venti per cento del totale. Il fatto che molti nostri monaci siano ex pa- zienti crea una certa empatia con i nuovi arrivati». A tal proposito, Phra Kru Vichit convoca un altro monaco an- ziano con braccia e petto co- perti da tatuaggi. Il religioso chiede di celare il suo nome. «Sono qui da trent’anni - dice - e posso dire che Wat Tham Kra- bok mi ha salvato la vita. Da ra- gazzo non ho mai lavorato e mi facevo di ogni cosa. Una notte, durante una violentissima retata della polizia, mi salvai per un pelo. Fu allora che mia madre mi supplicò di venire al tempio. Mai scelta fu più giusta. La nuova dimensione conosciuta grazie ai monaci mi ha fatto ca- pire che un nuovo corso era possibile. Da allora non ho mai lasciato i miei confratelli. Oggi, oltre a occuparmi della mensa, aiuto i nuovi arrivati ad ambien- tarsi al meglio. Capisco perfetta- mente cosa hanno passato». Il monastero tratta un numero sempre maggiore di pazienti di- pendenti dallo ya-ba , un mix po- tentissimo di metanfetamine e spartano avrebbe risolto i miei problemi». Non molto distante dalla zona sauna c’è un rudimentale labo- ratorio di artigianato. «Questa officina - racconta Phra Kru Vi- chit, uno dei monaci anziani - è un altro dei nostri fiori all’oc- chiello. Insegniamo ai nostri pa- zienti a creare opere d’arte ser- vendosi di oggetti riciclati». STORIA E NUMERI Wat Tham Krabok nacque nel 1959. L’idea di rendere un tem- pio buddhista un luogo di disin- tossicazione fu - precisa Phra Kru Vichit - «una scelta dettata dal fatto che a quei tempi il ma- resciallo Sarit Thanarat (primo ministro della Thailandia dal 1957 al 1963 in seguito ad un colpo di stato da lui attuato, nda ) aveva lanciato una feroce campagna contro le coltivazioni di oppio. Migliaia di oppiomani ed eroinomani vennero giusti- ziati e così i monaci si sentirono in dovere di aiutare queste per- sone». Il centro raggiunse una grande popolarità nel 1997, quando la Thailandia assistette a un boom della dipendenza da metanfeta- mine. La terapia prevede anche mezzora al giorno di medita- zione guidata da un monaco. Di norma presso Wat Tham Krabok ci sono in cura una trentina di persone alla volta, ma è capitato spesso di superare quota cin- quanta. Il tempio non riceve sovvenzioni statali e va avanti solo grazie agli sforzi dei suoi quasi duecento monaci. I numeri di Wat Tham Krabok MC A 23 maggio 2020 MC Sotto a sinistra: le gigantesche statue di Buddha all’ingresso del monastero Wat Tham Krabok. Qui: l’importante passaggio purifi catore della sauna. Sotto: alcuni ospiti in terapia a colloquio con i monaci. * * *

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