Missioni Consolata - Aprile 2020
79 aprile 2020 MC opere, perché era conscio che in missione una scuola, un ospedale, un orfanotrofio avrebbero fatto del bene agli indigeni e preparato la strada alla conversione. Ecco perché insisteva sulla necessità di elevare l’ambiente. Anche la valorizzazione dei sacerdoti e dei catechisti locali, da lui fortemente sostenuta, ebbe come base la necessità di far crescere una Chiesa con pastori e collaboratori originari del luogo, il che è uno dei fini della missione e, oggi, di estrema attualità. Come si è visto, l’Allamano pur non essendo un innovatore, sicuramente fece delle rifles- sioni e diede delle direttive ragguardevoli e talvolta coraggiose per il suo tempo e che, ancora oggi, costituiscono lo spirito dei membri dei due istituti. Iniziando da quel piccolo gruppo di due sacerdoti e due fratelli coadiutori partiti per il Kenya nel 1902, ora i missionari e le missionarie della Consolata operano in Europa, Africa, Asia ed America. Ciò che ho potuto constatare, avendo anche visitato parecchie loro missioni in Africa e in America Latina ed avendo vissuto un anno e mezzo in una missione in Etiopia, è che lo POSTULATORE > P. GIACOMO MAZZOTTI Chi ricevesse una grazia per intercessione del beato Giuseppe Allamano è pregato di notificarlo ai seguenti indirizzi: POSTULAZIONE MISSIONI CONSOLATA • Viale Mura Aurelie, 11-13 - 00165 Roma • Corso Ferrucci, 14 - 10138 Torino E-mail: postulazione@consolata.org http://giuseppeallamano.consolata.org spirito e gli insegnamenti che l’Allamano impartiva sono ancora attuali e seguiti». L’autrice della tesi, oltre che per la serietà dello studio, va lodata per la stima e la fidu- cia nell’Allamano. Questa è la confidenza fatta al missionario cui si riferiva, all’inizio del lavoro: «La mia tesi sarà buona perché fatta con rispetto verso l’Allamano che a me ha dato tanto! Potevo avvicinarmi ad altri istituti, per andare in missione. Ma il mio cuore ha scelto la casa madre di corso Fer- rucci e l’Allamano. Per cui glielo devo al caro Beato, e mi impegno a fare meglio che posso la tesi su di lui». Un particolare molto signi- ficativo: durante la discussione della tesi la signora Emanuela, ogni volta che nominava l’Allamano, lo chiamava sempre «Fonda- tore», manifestando, forse senza accorger- sene, il suo sincero legame con lui. Il piccolo gruppo che ha accompagnato la si- gnora Emanuela durante la discussione era formato dal marito Fabio e due figlie (Elia, il bimbo di un anno e mezzo è rimasto con i nonni), dai genitori, alcuni amici e missio- nari. Al termine della difesa, rientrati nella sala, si attendeva l’esito con curiosità, non disgiunta da comprensibile apprensione. Il presidente ha pronunciato queste parole: «Il giudizio unanime della commissione è che la tesi ha le seguenti qualità: accura- tezza, profondità, ampiezza. Votazione: 30 lode!». L’applauso felice e fragoroso è scoppiato istantaneo. Fine
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