Missioni Consolata - Aprile 2020

Cammino di santità 76 aprile 2020 MC g. allamano e G. alberione l’amicizia tra sacerdoti santi R eciproca collaborazione . Probabilmente la collaborazione tra i due uomini di Dio si espresse soprattutto negli incoraggia- menti dell’Allamano all’Alberione per la fon- dazione della Pia Società di S. Paolo. Fu una collaborazione speciale, che dimostrò la stima e la fiducia reciproche. Non c’è dubbio che l’Al- lamano si fosse reso subito conto che il pro- getto dell’Alberione era una vera ispirazione che proveniva da Dio. Fu lo stesso Alberione, parlando in terza persona, a confidare come l’Allamano lo avesse incoraggiato fin dall’ini- zio. In una bella testimonianza inviata da Alba il 29 gennaio 1933, in vista della prima biografia che si stava scrivendo sull’Allamano, scrisse: «So di un sacerdote [non c’è dubbio che si tratti dell’Alberione stesso] che ricorse al can. Alla- mano prima di ritirarsi dalla santa opera di zelo a cui stava intento [in quel periodo era di- rettore spirituale del seminario], per consa- crarsi ad altre opere cui un interno movimento di grazia sembrava invitarlo [cioè la comunica- zione sociale attraverso la stampa]. L’Allamano sentì e pregò: poi rispose con poche, ma deci- sive parole. Il caso era difficilissimo, ma le prove di una ventina d’anni gli diedero del tutto ragione. Eppure, bisogna dire che in quel momento erano molti i pareri contrari». Que- sta testimonianza è confermata dallo stesso Alberione in un incontro con padre Giuseppe Caffaratto: «Lei è della Consolata, dell’Istituto del canonico Allamano. Io conservo sempre tanta riconoscenza al canonico Allamano per- ché agli inizi della mia congregazione, mentre quasi tutti i sacerdoti mi erano contrari e mi di- cevano: “Pianta lì, con i tuoi giornali e la tua stampa!”, lui mi diceva: “Vai avanti, vai avanti!”. E mi fu di grande incoraggiamento». Il pensiero dell’Allamano sull’Alberione. Non si possiede documentazione scritta su questo punto, ma è facile intuire la stima dell’Allamano per l’Alberione dal fatto, come si è detto, che fu uno dei pochi a sostenerlo per la fondazione dei Paolini. Dai frequenti in- contri a Torino, quando l’Alberione veniva ap- positamente da Alba per consultarlo, certa- mente l’Allamano si rese conto del valore di Tra Giuseppe Allamano e Giacomo Alberione (1884-1971), il fondatore delle Famiglie Paoline, nono- stante una differenza di 33 anni di età, sorse una buona intesa sacerdotale. Espressamente ne parla anche padre Candido Bona, missionario della Consolata e storico riconosciuto: «I suoi contatti con l’Allamano, di persona e per lettera, non si limitarono a casi sporadici, per quanto di particolare importanza, ma rivestirono il carattere di vera direzione, dalla quale attingeva lumi soprannatu- rali, conforto e direttive. La cosa desta ammirazione, se si tiene presente che l’Alberione risiedeva ad Alba e non a Torino». Il beato Giacomo Alberione. *

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