Missioni Consolata - Aprile 2020

Le nostre email: redazione@rivistamissioniconsolata.it / mcredazioneweb@gmail.com cristiana , Rocca , La Settimana , il monastero di Bose , Agenzia Sir e tanti altri, potete trovare un mare di bellissime riflessioni e ap- profondimenti su questo. Uniti nella preghiera. WATER GRABBING Qualche nota aggiuntiva al pro- blema dell’acqua che giusta- mente viene trattato ampiamente nel dossier del numero di marzo: • Kurdistan , popolato da una delle più antiche popolazioni del mondo, gli alleati della Prima guerra mondiale avevano pro- messo l’indipendenza ma a Ver- sailles si resero conto che i curdi avevano in mano il rubinetto dell’acqua di Siria e Iraq e di una parte rilevante di quella di Tur- chia e Persia, per cui di indipen- denza non si parlò più, se mai di repressione. • Alture di Golan , sempre og- getto di scontri tra israeliani e si- riani perché vi nasce il Giordano ormai totalmente controllato dagli israeliani che ne sfruttano le ac- que al punto di prosciugare il mar Morto, destinato a diventare una miniera di sale a cielo aperto. • Nilo , destinato a portare sem- pre meno acqua in Egitto, perché sfruttato per irrigare Etiopia e prossimamente Sudan, con inve- stimenti cinesi che hanno acqui- stato a buon prezzo moltissime aree dove coltivare quanto serve a loro, una volta irrigate. Gli egi- ziani, ormai 100 milioni - di cui 5 sono militari e poliziotti -, sono destinati alla sete e all’emigra- zione, e la loro produzione di co- tone all’estinzione. • Tibet : fornisce gran parte del- l’acqua del Pakistan e dell’India, ma è in mano ai Cinesi che pre- sto la devieranno, certamente prima che la popolazione indiana diventi più numerosa di quella ci- nese. Attenzione: Cina, Pakistan e India sono tutte e tre potenze nucleari. Con simpatia e gratitudine per il lavoro che fate Claudio Bellavita 28/02/2020 la storia degli emigranti venezue- lani in Brasile, pagg. 10 e ss.; sconvolgente quello sul razzismo dei neri sudafricani contro gli «al- tri» neri africani, pagg. 19 e ss.; occupandomi di minori, è bello senza fronzoli edulcoranti l’arti- colo sulla «Ricomposizione del puzzle» a pagg. 51 e ss.; nuovo e coraggioso quello sui Fulani, pag. 61; stupenda, direi, e com- movente la «intervista» a Mafalda di Savoia, uno dei pochi fulgidi esempi della nostra Real Casa. Insomma, complimenti. Se ap- pare un po’ ardua la - pur dovuta - difesa d’ufficio di padre Dalmo- nego, sicuramente preparatis- simo, come avete definito senza però entrare nel merito di quelle che, almeno sui media, sono ap- parse come sue dichiarazioni francamente un po’ ardite, devo però riconoscere che nel com- plesso la rivista è equilibrata, po- liedrica, stimolante, profonda. [...] In definitiva, grazie e compli- menti. Ce ne fossero di riviste come la vs. nel mondo cattolico: sembrano tutte dei bollettini par- rocchiali. Credo che mi abbo- nerò. Saluti e buon lavoro Raffaele Ronchi 30/01/2020 MESSA IN TV È giusto da parte delle autorità civili aspettarsi che anche la Chiesa faccia la sua parte nella lotta alle epidemie, è giusto da parte delle autorità ecclesiali chiedere ai fedeli di adattarsi a certe situazioni particolarmente incresciose e pericolose. Le esa- gerazioni però servono solo a peggiorare la situazione: arrivare a dire, come ha fatto qualcuno, che la messa in Tv o con lo smartphone, ha lo stesso valore della messa dal vivo, non va bene. La Santa Eucarestia è la Per- sona stessa di Cristo ed è fatta per essere incorporata material- mente non online, e convivial- mente, non in privato. Le stesse espressioni «messa privata» o «messa per pochi», sono dei controsensi dottrinali maledettamente fuorvianti; per esprimere il concetto che oc- corre essere rigorosi e che le precauzioni non sono mai troppe (purché di precauzioni si tratti, non di sceneggiate, o peggio an- cora di vergognose specula- zioni…), si possono e si debbono usare altri termini. Cordialmente Carlo Erminio Pace Fano, 29/02/2020 Quanto noi tutti, e il mondo in- tero, stiamo vivendo in questi giorni è davvero nuovo e inedito. Coinvolge tutti, mette in discus- sione il nostro modo di vivere ed esige da noi una risposta che mette alla prova il meglio della nostra umanità. Però non giustifi- ca affatto certe affermazioni - ve- re o presunte - sulla partecipazio- ne alla messa. Nessun sacerdo- te, ma anche nessun cristiano, può dire che la messa in Tv vale come la messa partecipata dal vi- vo con la comunità che celebra. È un’affermazione che nega la natura stessa dell’Eucarestia ed è assurda come dire che la con- fessione via telefono, skype o smartphone è valida. Che in tempi come questi la messa in Tv possa aiutare a pre- gare, offrire la possibilità di fer- marsi ad ascoltare la Parola di Dio e sostenere la fede, è perfet- tamente accettabile. Come è uti- le fare una video conferenza o una lezione usando i social. La mente e il cuore possono essere stimolati e fatti lavorare. Ma se uno ha fame non è lo stesso vedere qualcuno mangiare un panino e mangiarlo davvero. Usare i media per sostenerci, anche spiritualmente, è bello. È anche una sfida alla nostra crea- tività, al nostro comunicare, al nostro star vicini gli uni agli altri. Ma non è il modo normale di vi- vere. E può diventare un rischio: quello di credere che la fede sia un fatto intimista e personale e che basti la smart prayer . L’Eucarestia invece è comu- nità, famiglia, incontro. È ascolto e servizio, dono e accoglienza, festa e cammino, perdono dona- to e ricevuto. E tanto altro che qui, ovviamente, non è possibile sviluppare. Ma sui siti cattolici, come quelli di Avvenire , Famiglia MC R 7 aprile 2020 MC

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