Missioni Consolata - Aprile 2020

le motoslitte accerchiano le renne e, stando a una distanza importante (circa 200 metri), cercano di spingerle verso i re- cinti. Le renne si spostano natu- ralmente in una sorta di fila in- diana che può raggiungere cen- tinaia di metri se non a volte an- che qualche chilometro. Racco- gliere la mandria è un’opera- zione assai delicata in quanto se uno solo degli animali cam- bia percorso, tutte le altre renne lo seguono. Dopo la marchiatura, che av- viene con il tradizionale coltello Sami realizzato a mano utiliz- zando legno, osso e acciaio, le renne vengono immediata- mente rimesse in libertà. In inverno, tra dicembre e feb- braio, sarà il momento di tor- nare nella tundra e scegliere quali animali verranno utilizzati per fornire carni, pelli e quanto serve per il sostentamento. Oggi questa forma di alleva- mento è messa a dura prova in quanto, con lo scavo di nuove miniere e l’installazione di pale eoliche o tralicci della corrente, le renne trovano difficile orien- tarsi. La nuova conformazione del paesaggio nonché i rumori prodotti da queste installazioni Qui a sinistra: interno di una cabin, con i Sami della tundra. Sopra: nonna e nipote in un mo mento di riposo, in una cabin nella tundra. * * MC A 55 aprile 2020 MC renza delle renne e, con potenti motoslitte in inverno e quad (specie di moto a quattro ruote) in estate, sono in grado di rag- giungere gli animali molto velo- cemente. LA MARCHIATURA In estate, quando i nuovi nati fanno capolino nella mandria, è il momento della conta: ogni Sami si predispone a seguire la mandria e direzionarla verso grandi recinti dove ogni renna giovane verrà marchiata con il simbolo proprio del Sami che riuscirà a prenderla. Portare le renne nei recinti della marchiatura è operazione tutt’altro che semplice: per loro natura infatti, in quanto animali liberi e non abituati all’uomo, le renne tendono a fuggire non appena qualcuno si avvicina. Così i Sami si dividono in gruppi: * Popoli originari | Turismo | Natura | Sami Vivere nelle cabin Il riparo dei «rennari» L e cabin , rifugi molto spartani, hanno sostituito l’utilizzo dei lovvo , tende tipiche che oggi vengono utilizzate essenzialmente per affumicare la carne di renna. Ciononostante la vita nella cabin è tutt’altro che agevole: l’energia elettrica viene fornita da un generatore posto all’esterno della cabin stessa e non è presente acqua corrente. Date le temperature rigide dell’inverno, all’interno della cabin raramente si superano i 15 gradi e si è costretti a stare in molti dentro spazi davvero risicati. Spesso infatti gli allevatori con- dividono un rifugio formato da due o tre piccole stanze, in sei o sette persone. L’acqua per cucinare o lavare le stoviglie viene ottenuta grazie al ghiaccio che si forma sulla superficie dei laghi. Raccolto in contenitori di metallo, viene poi sciolto sul fuoco. Il bagno non è ovviamente presente, si costruiscono delle piccole capanne in legno a circa 200 metri dalla cabin. I Sami che seguono la transumanza spesso restano nella tundra per due o tre settimane, adattandosi così a un modo di vivere estremamente semplice e spartano. V.T.

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