Missioni Consolata - Aprile 2020
54 aprile 2020 MC come scopo la promozione della cultura e la difesa dei diritti e degli interessi di questo po- polo. La costituzione di un parla- mento sami è di particolare rile- vanza, in quanto i nativi del Sapmi hanno subito una sorte che sfortunatamente, nella sto- ria, ha toccato diversi popoli na- tivi. ASSIMILAZIONE FORZATA Tra il 1850 e il 1970 infatti, il po- polo sami ha subito quella che è stata chiamata «norvegizza- zione». Durante questo periodo ai Sami residenti in Norvegia venne im- pedito di parlare la propria lin- gua e imposto di assumere un cognome norvegese per poter acquistare delle terre e inte- grarsi con il resto della popola- zione norvegese. A quei tempi appartenere al popolo Sami era un marchio d’infamia. Gli adulti vennero assimilati al modo di vivere occidentale e solo con estrema fatica alcuni di loro - soprattutto i Sami della tundra - continuarono a lavorare con le renne e a preservare la tradizione. I bambini nati durante il periodo della norvegizzazione infatti, spesso non imparavano nep- pure la propria lingua. I genitori, per preservarli e far sì che si in- tegrassero fra la popolazione norvegese, parlavano con loro solo nella nuova lingua. Ad oggi molti sono gli adulti che sentono di aver perso le proprie radici. Una delle prime distinzioni da fare quando si parla di questo popolo è quella fra Sami di mare e Sami della tundra. I primi, vi- vendo lungo le coste dei fiordi che costellano il paese, sono stati fra i primi a subire il pro- cesso di norvegizzazione. Fra di loro, la percentuale di persone che non parlano Sami è molto alta. Mediamente le persone fra i 30 e i 60 anni di età, infatti, non conosco la propria lingua madre. Per ovviare a questo, sono in corso diverse iniziative per il recupero dell’identità: il parlamento sami, infatti, ha rein- trodotto la lingua sami nelle * NORVEGIA scuole e con essa anche lo stu- dio della tradizione e della sto- ria. Esistono poi specifici corsi per adulti che desiderino ap- prendere la lingua. I Sami della tundra invece, in quanto nomadi dediti all’alleva- mento delle renne, hanno su- bito meno la norvegizzazione e in città come Karasjok e Kau- tokeino, entrambe in Norvegia, l’85% della popolazione parla sami come prima lingua. I NOMADI DELLA TUNDRA I Sami della tundra sono dediti all’allevamento delle renne e questo li rende nomadi in quanto debbono seguirne i mo- vimenti. Sin da bambini vengono iniziati dai genitori a questo lavoro che prevede un costante e com- pleto contatto con la natura. Le renne vivono in assoluta li- bertà e sono gli uomini a do- versi adattare ai loro movimenti. Gli animali infatti, si spostano dalla costa alla tundra a se- conda delle stagioni, e seguono la stessa tratta da millenni: lo spostamento segue questa rotta da quando i primi Sami ini- ziarono a vivere di questa atti- vità, e il movimento è stretta- mente connesso alla ricerca di cibo da parte delle renne. I Sami sono al seguito delle renne. Se una volta essi si avva- levano di slitte trainate da renne e sci, oggi le renne vengono do- tate di collare gps, e un’appo- sita App permette di localizzare con più precisione possibile dove gli animali si stanno muo- vendo. Questo ha ovviamente semplifi- cato di molto il lavoro dei Sami: prima dell’avvento del gps in- fatti, era necessaria una co- stante vigilanza sulla mandria. Intere famiglie Sami vivevano per mesi smontando e rimon- tando il proprio lovvo seguendo il movimento degli animali. Quando la mandria si fermava a riposare, anche la famiglia po- teva fermarsi, ma se gli animali si rimettevano in cammino biso- gnava immediatamente seguirli. L’ultima transumanza con le slitte e le renne è stata fatta, in Norvegia, nel 1976. Oggi grazie alla moderna tecno- logia, i Sami hanno costruito delle cabin (sorta di piccoli rifugi costruiti in legno, molto basici, vedi box) nelle tratte di percor-
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