Missioni Consolata - Aprile 2020

Michel Aoun come primo ministro di un nuovo governo con ministri tecnici, come anche Nizar Hassan aveva previsto. Subito dopo la nomina di Diab, un gruppo di contestatori ha raggiunto la casa del nuovo premier protestando con vee- menza, e recandosi lì quasi ogni giorno per esprimere il proprio dissenso. Hassan Diab è stato sempre sostenuto da Hezbollah. Le asso- ciazioni dei movimenti di protesta pensano che la sua nomina, visto il rapporto di Diab con l’or- ganizzazione sciita, non farà altro che mantenere lo stesso sistema di governo, solo con protagoni- sti diversi. Molto è accaduto in Medio Oriente negli ultimi mesi. In queste terre, dagli equilibri molto fragili, tutto quello che succede negli stati confinanti ha un effetto nei paesi vicini. Dopo la morte di Sou- lemani, ucciso in Iraq dalle forze Usa, le strade di Beirut sono state tappezzate di foto del generale iraniano e un grande corteo, formato da sciiti, ha marciato per le vie principali delle città. Il Libano accoglie moltissimi rifugiati, oggi 1 milione e mezzo, provenienti dalla Siria, praticamente un rifugiato ogni 4 abitanti; una delle percentuali più alte al mondo. ssier Un mosaico di CONFESSIONI RELIGIOSE I musulmani rappresentano quasi il 60% della popolazione, divisi tra: sciiti, sunniti, ismaeliti, drusi, alauiti. I cristiani sono circa il 37% divisi tra: maro- niti, greci ortodossi, cattolici greci, armeni ortodossi, armeni cattolici, siriaci ortodossi, siriaci cattolici, nestoriani, caldei, copti, cat- tolici romani, evangelici. L’ultima religione, in ordine di consistenza, è quella ebraica, ridotta a poche centinaia di seguaci. In minima parte, sono anche praticati il buddismo e l’induismo. C i sono 24 cattedrali in Libano, divise per le varie confessioni, la maggior parte sono di rito maronita. La princi- pale è la cattedrale di San Giorgio a Beirut. Le altre chiese di maggiore importanza nella capitale sono: la cattedrale greco orto- dossa di San Giorgio, San Luigi (fondata dai frati cappuccini), San Dimitrios, Santi Elia e Gregorio Armeno, Sant’ Elia (maronita). An.Ca. Nota bene: queste stime non tengono conto dei rifugiati siriani e palestinesi. © Deck Accessory In Libano, c’è un rifugiato ogni 4 residenti. La percentuale più alta al mondo. “ dell’ordine, loro malgrado, vivono una situazione complicata in questo periodo. Turni massacranti, notti intere di guardia, spesso fatti bersaglio di oggetti pericolosi. Hatem racconta: «Anche molti di noi sono in difficoltà. Dobbiamo lavorare il doppio delle ore con uno stipendio basso. Molti di noi sono d’accordo con chi protesta e vor- remmo anche essere dall’altra parte, insieme ai manifestanti. Ma se perdiamo questo lavoro, è la fine. Tanti di noi hanno fatto domanda per es- sere assegnati ad altri dipartimenti, in villaggi più piccoli o sulle montagne. Ovunque, pur di evitare gli scontri con la nostra gente. Se io potessi, la- scerei il paese per andare all’estero. Chi poteva, lo ha già fatto». Nuovo governo, vecchi problemi Amnesty International ha accusato le forze del- l’ordine e l’esercito libanese di reazioni eccessive durante «the week of rage». In particolare, è stato messo sotto accusa l’uso non autorizzato dei proiettili di gomma, per altro sparati tra volto e petto, quindi estremamente pericolosi. Il 20 dicembre 2019 Hassan Diab, ex professore universitario, è stato nominato dal presidente 44 aprile 2020

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