Missioni Consolata - Aprile 2020

40 aprile 2020 parte, lo decideranno anche l’evolversi delle pro- teste». Prima di lasciarci, chiedo a Nizar cosa vuole il movimento di cui fa parte: «Il nostro programma è molto chiaro: una severa legge anticorruzione, una riforma nel sistema di organizzazione del governo, più libertà ai giudici, riforma del si- stema bancario e, ovviamente, l’annullamento degli aumenti sulle tasse previsti per marzo». In piazza, tra i manifestanti Martyr Square, la piazza dei martiri, sembra una piccola tendopoli. Qui si riuniscono ogni giorno vari gruppi di manifestanti: c’è chi discute, chi beve un tè, chi fuma dal narghilè. La piazza è di- ventata un simbolo di protesta permanente che poi si dirama nel resto della città. Qui, tra i tanti, incontro Ahmad, operaio di fede sciita: «Lavoravo in una fabbrica che ha chiuso due anni fa, come tante altre. Ora mi arrangio come posso, faccio lavori di edilizia quando c’è bisogno, a volte guido un taxi. Quando riesco a lavorare, anche per 10 ore al giorno, non guada- gno mai più di 5-6 dollari. Per il momento stiamo andando avanti grazie alle nostre fami- glie, ci aiutiamo a vicenda. Cerchiamo di rispar- miare su quello che possiamo, soprattutto sul cibo, ma guardati attorno, fino a qualche anno fa avevamo turisti, gli alberghi sulla costa erano pieni. Ora, a parte qualche giornalista, non viene più nessuno». Hatem invece è un poliziotto. Anche le forze progressisti al suo interno, quindi niente ri- forme». Intervistando diverse persone per strada, ho avuto modo di chiedere chi, secondo loro, potes- sero essere le frange violente apparse nelle ul- time settimane, quelle che stanno distruggendo le vetrate di banche e negozi. Alcuni mi hanno detto che è gente pagata da Hezbollah per scre- ditare le manifestazioni e alimentare nel con- tempo le reazioni della polizia. Altri mi hanno detto che sono pagati direttamente da una parte del governo uscente, in modo che non se ne formi uno nuovo. Chiedo dunque al mio interlo- cutore, che ha partecipato alle proteste dall’ini- zio, cosa ne pensa di queste voci. «C’è molta propaganda e molte teorie di cospira- zione a proposito di questo - racconta Nizar -. Hanno messo in giro la voce che qualcuno è stato pagato, così da non prendere i manifestanti troppo sul serio. La verità è che anche gli atti vandalici sono figli della mancata risposta del governo alle richieste della popolazione. Questi ragazzi sono semplicemente persone esasperate dalla situazione. La rabbia è aumentata». Gli chiedo quale sarebbe la soluzione migliore secondo lui. «La situazione ideale, che davvero rimarrà solo un sogno, sarebbe quella di avere un partito progressista all’interno del parla- mento. Qualcuno non più legato alle confessioni religiose. Quello che penso avverrà, sarà la for- mazione di un governo tecnico. Quello che si de- ciderà all’interno di questo governo e chi ne farà ssier Qui a sinistra: dietro le linee di sbarramento della polizia, quartiere del Suq. Sopra: strada principale delle proteste, tra Martyr Square e il Suq. Alcuni manifestanti usano porte sradicate da alcuni palazzi e le usano come scudi contro gli idranti e i proiettili di gomma della polizia. © Angelo Calianno © Angelo Calianno

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