Missioni Consolata - Aprile 2020

Una chiacchierata con fratel Sandro Bonfanti PER ATTRAZIONE ITALIA MC A neonato al petto. In un angolo scuro c’era una bimba di due anni che non parlava, non stava in piedi e nemmeno seduta. La mamma era stata abbandonata dal marito perché considerata incapace di fargli una creatura normale. Ora aveva una relazione con un altro uomo da cui era nato il piccolo che stava allattando, ma quell’uomo non voleva tenere la bambina». Fratel Sandro si è preso a cuore la situazione, e ha iniziato a cer- Ventisette anni in Kenya, cinque in Italia, due in Liberia, undici in Tanzania. Si possono riassumere i 45 anni di missione di fratel Sandro in cinque pagine? Ci proviamo, attraverso aneddoti, date e nomi di luoghi pieni d’incontri. Testo di LUCA LORUSSO Foto di ARCHIVIOMC S ettant’anni compiuti poco meno di un anno fa. Un’energia invidia- bile. Una parlantina che parte lentamente, ma che, una volta avviata, va decisa. Una lunga esperienza missiona- ria: ventisette anni in Kenya, cinque in Italia, due in Liberia, undici in Tanzania. Fratel Alessandro Bonfanti, nato a Robbiate, Como, il 9 maggio 1949, chiamato da tutti Sandro, si siede di fronte a noi e ci guarda con occhi schietti che sembrano scrutarci. Quando iniziamo a registrare la sua voce, sembra imbarazzato, ma l’imbarazzo, se c’è, è solo temporaneo, e inizia a raccon- tare la sua vita partendo da Neema, una ragazza che oggi ha tredici anni e che lui ha cono- sciuto poco dopo il suo arrivo nel 2009 in Tanzania. NEEMA CIOÈ GRAZIA «Quando sono arrivato in Tanza- nia, sono stato mandato alla pro- cura di Dar es Salaam dove pas- sano molti missionari e missiona- rie, sia della Consolata che di al- tre congregazioni o fidei donum. Un giorno, una suora italiana di Vingunguti, slum alla periferia della città, mi ha chiesto se co- noscevo un posto che potesse accogliere una bimba con un handicap grave. Io ero appena arrivato, e non sapevo. Poco tempo dopo sono passato dalla suora per avere notizie, e lei mi ha portato in una baracca. Dentro c’era una mamma con un care: «Nessuna istituzione era in grado di occuparsi di una bimba che avrebbe trascorso tutta la vita in modo non autonomo». Negli anni trascorsi alla procura, fratel Sandro ha incontrato molte persone: «Un giorno è venuto padre Filippo Mammano, un fidei donum siciliano, per delle spese, e mi ha raccontato che nella sua missione di Ilula aveva un orfa- notrofio. Allora io gli ho parlato della bambina e, dato che lui sa- rebbe rimasto da noi fino all’in- 25 MC

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