Missioni Consolata - Marzo 2020

I l 7 novembre 2019, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte andò a Ta- ranto per approfondire il caso ex Ilva, si trovò difronte a due città: quella rappresentata dai lavoratori che chiedevano la difesa a oltranza dell’acciaieria e quello delle mamme che ne chiedevano la chiusura. Gli uni in nome del lavoro, le altre in nome della salute. Molte delle mamme venivano dal quartiere Tamburi , il rione sorto a ridosso Lavoro omalattia: un dilemma inaccettabile Per anni dai camini e dai depositi dell’Ilva di Taranto sono uscite tonnellate di sostanze inquinanti e cancerogene: diossido di azoto, anidride solforosa, metalli pesanti, diossine. A parte le vicende economiche, politiche e giudiziarie attorno alla fabbrica, il vero conflitto è tra diritto al lavoro e diritto alla salute. Un conflitto che nelle acciaierie di Linz (Austria) a Duisburg (Germania) è stato risolto. di Francesco Gesualdi della fabbrica Ilva in cui vivono 18mila persone. Il quartiere dove bisogna «pulire due tre volte al giorno se non vogliamo pattinare sulla polvere», spiega una di loro. «E nei giorni di vento la troviamo anche nel fri- gorifero». La polvere è quella del ferro e del carbone, in parte proveniente dai depositi, in parte dai camini, in ogni caso piena di sostanze che oltre a sporcare pavimenti e bianche- ria, fanno ammalare. EMISSIONI E COMPLICITÀ Negli anni prima che interve- nisse la magistratura, le emis- sioni erano quantificate nell’or- dine delle migliaia di tonnellate. I rilievi relativi al 2010 parlano di oltre 4mila tonnellate di polveri, 11 mila tonnellate di diossido di azoto, 11.300 tonnellate di ani- dride solforosa oltre a quantità variabili di metalli pesanti e diossine. Polveri respirate da persone con i balconi a pochi metri dal muro di cinta della fab- brica che durante i pasti ave- vano come panorama i camini fumiganti degli altiforni. Polveri che si mescolavano con l’aria che respiravano e con i cibi che inghiottivano procurando tumori in ogni parte del corpo. Nell’agosto 2016 il Centro am- biente e salute, finanziato dalla regione Puglia, ha pubblicato il rapporto conclusivo sulla mor- bosità e mortalità della popola- zione residente a Taranto. Lo studio, condotto dal 1998 al 2014 su un totale di 321mila per- sone residenti nei comuni di Ta- ranto, Massafra e Statte, ha ac- certato 36.580 decessi collega- bili alle emissioni dell’ex Ilva. PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO MC R E la chiamano economia Qui: una veduta notturna dei camini dell’Ilva di Taranto. * © Alemanno Andrea Donato

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