Missioni Consolata - Marzo 2020
In Costa d’Avorio, si legge sul sito, a partire dal 2002 la popo- lazione è stata colpita psicologi- camente e socialmente dalle va- rie crisi, cioè dai disordini e con- flitti che hanno scosso il paese nel primo ventennio del XXI se- colo. L’offerta e l’accesso alle cure per la salute mentale sono limitati: due ospedali psichiatrici pubblici e circa trenta psichiatri per oltre 26 milioni di abitanti. Secondo i dati dell’Organizza- zione mondiale della sanità, le persone colpite da disturbi men- tali e neurologici sono presenti in tutte le regioni del mondo, in tutti i contesti sociali e in ogni fa- scia d’età, indipendentemente dal livello di reddito dei loro paesi. A livello mondiale, il peso di questi disturbi sul carico com- plessivo delle malattie è del 14%; nei paesi a basso reddito tre su quattro pazienti affetti da tali di- sturbi non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno. CHI LI AIUTERÀ SE NON VOI? In Costa d’Avorio esiste un coor- dinamento chiamato Urss-Ci, acronimo di Unione dei religiosi e delle religiose nella salute e nel sociale in Costa d’Avorio, del quale i missionari della Conso- lata sono parte. «Il professor Koua ci ha avvicinato in quanto membri Urss-Ci », spiegano an- cora i padri Matteo, Ariel e Raphael. «La sanità pubblica fa- tica a seguire questi malati, ci ha detto il medico: se anche voi re- ligiosi impegnati nell’ambito sa- nitario restate prigionieri di ti- mori e remore e li rifiutate, allora chi li aiuterà?». A questo primo dialogo è succe- duta poi una sessione di forma- zione che lo psichiatra ha tenuto al centro sanitario Beato Joseph Allamano (Csja) di Dianra, ge- stito dai missionari della Conso- lata, e l’avvio di una collabora- zione che ha coinvolto anche il neonato Distretto sanitario di Dianra per mezzo del suo diret- tore. Sono già attivi alcuni servizi che permettono di seguire pazienti affetti da epilessia e da malattie psichiatriche: tutte persone che la comunità emargina perché le considera possedute. «Fin dalla prima visita del profes- sor Koua al centro sanitario», racconta padre Matteo, «ab- biamo toccato con mano l’ur- genza di fornire servizi in questo ambito. Noi missionari non ave- vamo fatto preventivamente una grande pubblicità alla cosa. Ave- vamo giusto segnalato, durante la messa e nelle comunità di base, che sarebbe venuto un medico specializzato in salute mentale e che, se qualcuno co- nosceva persone con disturbi di questo tipo, poteva farle venire per una consultazione: si sono presentate 72 persone solo il primo giorno». Oggi il centro di Dianra lavora applicando un protocollo e utiliz- zando schede fornite da Sa- menta-com ; offre consultazioni ai pazienti per identificarne con precisione, sulla base di una se- rie di domande contenute nelle schede, il tipo di disturbo e defi- nire poi la terapia. FORMARE OPERATORI ll 2020 sarà dunque l’anno in cui si penserà a come dare maggior forma, struttura ed efficacia a questa collaborazione appena partita e già così significativa. «Certo», riconoscono i missionari di Dianra, «non possiamo fare un centro psichiatrico. Ma se già con la formazione del nostro personale sanitario siamo in grado di accompagnare diverse di queste persone che prima erano lasciate ai margini, perché non pensare a uno spazio pic- colo e semplice da costruire - ad esempio un appatam , la ver- sione locale della paillote - che diventi una sorta di centro dove i pazienti possano svolgere atti- vità diurne?». Lo spazio, per come lo stanno concependo i missionari, po- trebbe ospitare corsi di teatro, danza e varie forme di arte-tera- pia che vanno dalla pittura alla musica e alla scrittura, e divente- rebbe un luogo dove, anche gra- zie all’aiuto di volontari, si ferma la dinamica di emarginazione e ci si sforza, viceversa, di inver- tirla, riavvicinando di nuovo i pa- zienti psichiatrici al resto della comunità attraverso l’arte come strumento di socializzazione. cooperando © AFMC / Ariel Tosoni 62 Marzo 2020 MC Qui: corso di formazione per operatori di salute mentale. A destra e in basso: momenti della costruzione dell’impianto a biogas a Rumuruti, Kenya * * © AFMC / Ariel Tosoni
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