Missioni Consolata - Marzo 2020
Cari Missionari Ora vorrei parlarvi della loro bella testimonianza: suor Rita (Assunta Tessari) fu volontaria nel vostro ospedale, ora nazionaliz- zato, come infermiera e donna delle pulizie; suor Florentina (Busnello) seguiva le donne nel cucito; suor Elisabetta (Possamai) si occupava della catechesi e in tre anni è riuscita a creare un gruppo di catechisti che la aiuta- rono a ricostituire cinquanta co- munità che si erano disperse du- rante la guerra; suor Clemenzia (Sicupira), con la sua moto, arriva- va ovunque ad assistere ammala- ti, orfani e persone denutrite. Le sorelle erano seguite da padre Alceu Agarez di Vilankulo e, no- nostante la malaria, con enorme fatica e tanto lavoro, riuscirono a dare forma alla missione. L’esem- pio di queste eroiche suore era sorprendente. In quegli anni così belli ho ap- prezzato lo stile di famiglia pro- prio dei vostri missionari. A Maputo padre Manuel Tavares era una presenza attenta e sem- pre pronta ad aiutare i missionari in difficoltà. A Guiúa, padre Dia- mantino Antunes (oggi vescovo di Tete, ndr ), con padre Gabriele Casadei, erano molto accoglienti e lasciavano i loro impegni per ascoltare e aiutare chi si rivolgeva a loro, come padre Alceu e padre Carlo Biella a Massinga. A Vilankulo, padre Andrea Brevi e padre Sandro Faedi erano diven- tati un punto di riferimento per i diocesani. Non si può dimenticare padre Arturo Marques, superiore regionale, che si fermava sempre dai padri e dalle suore consolatine. Ho viaggiato attraverso le varie comunità, accompagnato da suor Elisabetta e sovente mi confidavo con lei esprimendomi un po’ ne- gativamente sullo stile di alcuni missionari. La suora mi lasciava parlare e poi con garbo e tanta carità mi elencava le virtù e le qualità di ognuno di loro. In breve tempo, ho capito che i gruppi del- la congregazione avevano fatto proprie le qualità di rispetto, di comprensione e di famiglia di cui il beato Allamano era stato pro- motore. Anche a Mambone, pa- dre Amadio Marchiol, apparente- mente burbero nell’accoglienza, a Torino tracce delle culture e delle colture che i missionari in- contravano, ma raccomandò di pagarle e di non farsele regalare. E una comunità che ha visto all’o- pera per anni un missionario che chiede di portare a Torino un bel ricordo e vuole assolutamente pagarlo il giusto, gli darà quello che ritiene il meglio. Certamente di più di quel che si dà a chi offre perline di vetro, o a chi cerca di razziare qualcosa. Sono convinto che le fondazio- ni bancarie torinesi sarebbero fe- lici di programmare la valorizza- zione di tanto patrimonio, e an- che di far collaborare la cattedra di antropologia dell’Università Claudio Bellavita 25/12/2019 Effettivamente in una breve notizia si è solo accennato al mu- seo etnografico dei missionari della Consolata custodito ormai da oltre un secolo nei locali della Casa Madre di Torino. Iniziato ai tempi dell’Allamano, alimentato con competenza e passione da tanti missionari, so- pravvissuto ai bombardamenti del 1943, rilanciato negli anni ‘80 e da allora curato con passione da padri come Bartolomeo Mala- spina, Achille Da Ros e, ancora oggi, Giuseppe Quattrocchio, un affabulatore che incanta e Ange- lo Dutto, il museo attende un’e- sposizione più degna che richie- de persone, tempo e mezzi. Aperto solo per visite private, si offre al pubblico - nella sua for- ma provvisoria - sul web come «Museo etnografico missionari Consolata». seguiva la stessa filosofia. Infine, fiore all’occhiello, era fratel Pietro Bertoni, anima stupenda, genero- sa, umile, gioiosa… le qualità di un vero missionario. Tutti quei valori che padri e suore mi hanno trasmesso quan- do ero in Mozambico sono stati per me una ricchezza e un gran- de insegnamento che mi sosten- gono nella vita quotidiana. Spero, prego e mi auguro che il beato Allamano e Maria Santissi- ma illuminino il cuore di tanti gio- vani, affinché possano scoprire, nella vostra istituzione, la bellezza del vivere in famiglia, amandosi con uno stile unico e fraterno. Grazie per il vostro esempio. Don Carlo Donisotti 19/01/2020 MUSEO Caro Direttore, bellissimo l’articolo sulla comu- nità di giovani famiglie di Mongre- no (MC 12/2019, ndr ). Ho trovato invece in un altro articolo un ac- cenno un po’ troppo sbrigativo sul museo etnografico dei missio- nari della Consolata, che non è u- na robetta, ma un enorme patri- monio da valorizzare. È difficile trovare in Italia, e forse in Europa, tanta ricchezza che può essere di base a una cultura antropologica, e che ha solo bisogno di essere schedata, classificata e esposta in una sede più degna e più ampia, e non solo in un magazzino.. Certo, non è il compito dei mis- sionari, anche se quelli in ritiro potrebbero essere utili. E tutto si deve a un colpo di genio dell’Alla- mano che prescrisse di riportare 6 MaRZO 2020 MC Qui: a Parigi, il 30 gennaio 2020, alla presenza di fratel Carlo Zacquini, Imc, e Davi Kopenawa, è stata inaugurata la mostra di Claudia Andujar «La lotta Yanomami». Promossa dalla Fondazione Cartier, rimarrà aperta fino al 10 maggio prossimo. Info: www.fondationcartier.com . *
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