Missioni Consolata - Marzo 2020

Intercultura | Archeologia | Collaborazione | Dialogo interreligioso MC A © AfMC / Gigi Anata oni 57 Marzo 2020 MC 800 anni di storia È iniziato con i migliori auspici l’anno celebrativo dell’otto- centesimo anniversario della fondazione della capitale del- l’impero mongolo, Karakhorum (1220-1260, letteralmente Montagne nere, oggi Kharkhorin ). Com’è giusto e prevedi- bile per un paese che dà sempre molta importanza alle ri- correnze storiche, è stato pianificato un ricco programma ufficiale di iniziative, patrocinato dal presidente Khaltmaa- giin Battulga, nel quale è prevista anche la partecipazione dell’Unesco (che nella riunione plenaria del novembre 2019 ha dato particolare rilievo a tale anniversario). Lo stato che per primo ha dimostrato interesse e concreta volontà di collaborazione è stato il Vaticano. A inizio gen- naio l’ambasciatore mongolo presso la Santa Sede e rappre- sentante permanente presso l’Onu, L. Purevsuren, ha in- contrato in Vaticano il segretario per i rapporti con gli stati, mons. Paul Richard Gallagher. I due alti funzionari hanno parlato degli 800 anni di Karakhorum, dove uno dei primi diplomatici a recarsi per incontrare il Khan fu proprio un ambasciatore del papa, il frate Giovanni di Pian del Carpine, che raggiunse la «capitale delle steppe» nel lontano 1246. Con il suo diario di viaggio il frate umbro contribuì in ma- niera decisiva a far conoscere in Occidente questo popolo, fino ad allora soltanto temuto per le sue incursioni bellicose in Europa orientale. A lui fece seguito pochi anni dopo un altro francescano, Guglielmo di Rubruk, questa volta inviato dal re di Fran- cia. Il Vaticano ospiterà a maggio una mostra fo- tografica e una confe- renza scientifica sugli ottocento anni dell’an- Sopra: foto di gruppo del 13 novembre scorso. | La sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il sindaco di Kharkhorin, Enkhbat Lamzav, con il documento fir mato. Padre Giorgio Marengo ha tradotto per tutti. Pagina seguente : il team del Crast in Kharkhorin e la ger «Casa dell’Amicizia» vicina alla zona archeologica della città. * * * TORINO E KHARKHORIN Così iniziammo a sondare il ter- reno delle relazioni internazio- nali e grazie all’impegno di en- trambe le parti e alla collabora- zione di molte persone fummo in grado di favorire questo incon- tro, finora rivelatosi molto posi- tivo. Da tre anni ormai il museo storico di Kharkhorin ospita le at- tività formative del «Centro ricer- che archeologiche e scavi» ( Crast ) dell’Università di Torino. Il Mao (Museo d’arte orientale) di Torino ha ospitato due mostre fotografiche dedicate al patrimo- nio culturale e religioso dell’an- tica capitale. In più, anche altri specialisti e istituzioni sono stati coinvolti nelle iniziative di ri- cerca, incluso il «Museo della ce- ramica» di Mondovì che ha ac- colto una mostra multimediale su Kharkhorin. In questi anni si è inoltre firmato un protocollo d’in- tesa tra il Centro scavi di Torino, il Museo di Kharkhorin e l’Univer- sità di Ulaanbaatar, sempre volto a favorire la ricerca scientifica su questo sito di grandissimo inte- resse storico e culturale. LA !CASA DELL’AMICIZIA" Come missionari e missionarie della Consolata già agli inizi della nostra missione in Mongo- lia ci era sembrato che una pre- senza a Kharkhorin sarebbe stata molto importante. La cittadella che nel XIII secolo accoglieva al suo interno edifici di culto di Buddhismo, Islam e Cristianesimo nestoriano rappre- senta un unicum nella storia an- tica, un modello da conoscere e ripresentare in chiave contem-

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