Missioni Consolata - Marzo 2020
zione per la prima volta dà dignità a un diritto primario, dichiarando che «il diritto all’acqua po- tabile e sicura e ai servizi igienici è un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani». Parole bellissime, cui non è seguito alcun reale riconoscimento nelle costituzioni dei singoli paesi né nei tanti ambiti del diritto e delle organizzazioni internazionali. La questione [...] giuridica rimane molto contro- versa. Differenti orientamenti di legge non hanno ancora permesso di affermare una normativa chiara e cogente [...]. Mancando quindi un si- stema globale di regolamentazione giuridica dell’acqua, le possibilità di conflitti per il suo ac- caparramento sono in aumento [...]. Dagli abusi sulle popolazioni indigene ai conflitti legati ai bacini transfrontalieri, l’assenza di un quadro de jure impiegato per favorire una coope- razione su basi legali tra soggetti politici offre una lacuna particolarmente grave [...]. La risoluzione delle Nazioni unite del 2010 ap- partiene a tutti gli effetti alla sfera della cosid- detta soft law , cioè a quel sistema di norme prive di carattere vincolante e sanzionatorio capace di obbligare gli stati ad adempiere a quanto pre- scritto. In sostanza, a oggi, il riconoscimento del diritto umano all’acqua passa attraverso «un in- vito ai governi all’impegno sia sul proprio territo- rio, sia in contesto internazionale, a rendere effettivo l’esercizio di tale diritto». Durante la votazione della risoluzione 64/292, in quel freddo giorno dell’ottobre 2010, furono 122 i paesi a favore, 41 gli astenuti. Nessun contrario. stesso tempo la scarsità d’acqua ha messo in gi- nocchio anche l’allevamento di bestiame (ovini, bovini e pollame), con un conseguente indeboli- mento della sicurezza alimentare. Per le Ong [...], l’assalto alle infrastrutture idriche come obbiet- tivo militare è stato un atto di violazione delibe- rata del diritto internazionale, un crimine di guerra [...]. Ma non è stata certo la prima volta che l’acqua ha giocato un ruolo centrale in un conflitto, e non sarà l’ultima. Un bene sempre più scarso e conteso, che sarà uno degli elementi strategici dei conflitti del XXI secolo e una delle cause principali delle migrazioni dai paesi più esposti all’instabilità politica ed economica causata dal cambiamento climatico. Comunemente si defini- scono «water wars», guerre e conflitti combattuti per l’acqua [...]. Dalla siccità in Siria, fino alla sic- cità globale del 2016 che ha alimentato gli scontri in Sud Sudan di inizio 2017, fino alle proteste in Bolivia e Cile per le privatizzazioni. Passando per uno dei punti più caldi dal punto di vista geopo- litico, l’Indo, che alimenta il settore agricolo ed energetico di due nemici di lunga data, India e Pakistan. [...]. Anche le grandi opere idrogeologiche possono costituire un grave contenzioso politico. Come la diga Grand Renassaince, costruita in Etiopia, che ha spinto il governo egiziano a minacciare ritor- sioni nel caso si fosse verificata una forte dimi- nuzione del regime idrico del Nilo [...]. «Il commercio globale di derrate alimentari, i con- sumi iperbolici, il cambiamento climatico, la lenta trasformazione energetica: questi sono gli elementi dei conflitti di domani», raccontava Le- ster Brown, uno dei più grandi esperti di pro- blemi globali, in una delle ultime interviste nel suo ufficio del Worldwatch Institute di Washin- gton, prima di ritirarsi. «Con l’aumento della po- polazione abbiamo raggiunto un “picco dell’acqua”. Paesi come Siria, Iraq, Pakistan, Mes- sico, hanno già raggiunto o superato questo picco, prosciugando i bacini acquiferi, con conse- guenze catastrofiche sulla stabilità di quei paesi». Per capire il crescente emergere di conflitti legati all’acqua bisogna andare a New York. È un giorno freddo, il primo ottobre 2010. I reporter escono dal Palazzo di vetro delle Nazioni unite per an- dare a scrivere svogliatamente una notizia, che passa quasi inosservata sulla stampa italiana. L’Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato la Risoluzione 64/292 riconoscendo l’ac- qua come diritto umano. Ma lo scarso interesse di media e politica fa comprendere fin da subito come l’importanza di questa Risoluzione sia sot- tovalutata. O addirittura si voglia tenerla sotto il tappeto. L’acqua come diritto è una questione che scotta, per governi e multinazionali in pri- mis. [...] Nel 2010 l’approvazione della Risolu- ssier 48 marzo 2020 © Giada Connestari
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