Missioni Consolata - Marzo 2020
Acque e ladri MC marzo 2020 39 uso della fonte che raggiungono al mas- simo i due millesimi di euro al litro. In al- cuni casi il costo è inesistente. Dal 1° gennaio 2019, Nestlé water Canada, la divisione acque nordamericana della multinazionale svizzera, ha iniziato a estrarre 1,6 milioni di litri di acqua al giorno dal pozzo di Middlebrook, il terzo mega pozzo in Ontario dopo quelli di Aberfolyle ed Erin. Costo? Poco più di 500 dollari ca- nadesi l’anno. Con conseguenze però molto costose. Rob MacKay, sessantaquat- tro primavere alle spalle, vive con il fratello e i suoi cavalli in una bellissima casa rurale dal tetto ad angolo, non lontano dal pozzo di Middlebrook. Da qualche tempo i suoi pozzi sono prosciugati. Così come vari ru- scelli della zona. «Siamo rimasti senz’ac- qua in una delle regioni più ricche d’acqua del pianeta», dichiara Rob. Un milione di bottiglie al minuto L’Italia ha il primato peggiore: siamo il se- condo paese consumatore di acque in bot- tiglia al mondo: ognuno di noi, in media, ogni anno ne beve 208 litri. E per anni siamo stati il primo. Possiamo tranquilla- mente dire che il mercato dell’acqua in bottiglia è nato nel Belpaese. Se per anni in Italia si è cercato di imporre canoni uniformi che prevedessero il paga- mento sia in funzione degli ettari dati in concessione, sia dei volumi di acqua emunti o imbottigliati (indicando come cifre di riferimento almeno 30 euro per et- taro e tra 1 e 2,5 euro per metro cubo im- bottigliato, cioè 1.000 litri), a oggi solo alcune regioni si sono adeguate. In un’ottica di economia circolare, molte aree del nostro paese potrebbero fare a meno di consumare acqua in bottiglia. Se l’equivalente dei soldi spesi dalle famiglie con Nestlè, San Bernardo e Ferrarelle, fosse impiegato per migliorare la qualità dell’acqua che esce dai rubinetti, ne avremmo tutti giovamento. L’impatto sa- rebbe ingente. Basti pensare che nel 2018 si sono prodotte nel mondo un milione di bottigliette di plastica al minuto, di cui una buona fetta destinate a contenere acqua. Significa più di 16mila bottiglie al secondo che poi finiscono, se gestite in maniera vir- tuosa, nei pochi impianti di riciclo della pla- stica, o termovalorizzate, oppure, molto più probabilmente, nelle discariche o disperse nell’ambiente. «a far dimagrire». Come la Fiji, «l’acqua delle modelle». Il colosso di questo mercato è Nestlé wa- ters (una divisione di Nestlé corp.), che da sola detiene 51 etichette di acqua in botti- glia, incluse Panna, San Pellegrino, Deer Park e Nestlé Pure Life. Acqua che pro- viene da fonti che dovrebbero appartenere a tutti, ma che, grazie all’acquisizione di permessi di imbottigliamento rilasciati a prezzi stracciati, divengono di fatto private. Una forma di accaparramento idrico. I margini di profitto sono elevati: un litro di acqua in bottiglia purificata di bassa qua- lità costa al consumatore circa 560 volte più dell’acqua del rubinetto. Per imbotti- gliare, un’azienda paga allo stato canoni di Il valore dell’acqua in bottiglia a livello mondiale nel 2019 ha quasi raggiunto i 250 miliardi di euro. Cresce ogni anno di una percentuale a due cifre “
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