Missioni Consolata - Marzo 2020
12. Sempre più al largo G li Atti degli Apostoli crescono: la comunità dei fratelli , o dei cre- denti , o dei discepoli , ha iniziato ad affacciarsi fuori dalla Giudea, ha avuto il primo martire, Stefano, un ellenista, ossia un ebreo di lingua greca (At 6-7), ma questo, lungi dallo spegnerne l’entusiasmo, ha si- gnificato l’inizio della predica- zione ai samaritani (At 8,5-25), a un eunuco etiope (At 8,26-39), addirittura a un centurione ro- mano (At 10). Nulla sembra fermare la pro- gressione di una comunità che pare però per ora procedere quasi a caso. dal male, il bene Sembra comunque che anche ciò che potrebbe essere di danno per la nuova comunità, si volga invece a suo vantaggio. La persecuzione contro i cre- denti (At 4-5) ha significato la possibilità di predicare Gesù anche davanti al sinedrio; un episodio di discriminazione tra i discepoli (il trascurare le ve- dove ellenistiche: At 6,1) ha re- galato alla neonata comunità sette nuovi servitori che hanno inteso in modo molto generoso la loro chiamata; l’affacciarsi di un persecutore particolarmente accanito (Saulo, At 9) diventa l’occasione per uno dei pochi episodi degli Atti in cui Dio si mostra esplicitamente in tutta la sua forza. © AfMC / Ettirri Giuseppe - antica strada nell’area archeologica di Tarso di Angelo Fracchia, biblista COSÌ STA SCRITTO ♦ atti degli apostoli una chiesa in uscita MC R 32 MC Ma il cammino è soltanto all’ini- zio. Luca sembra quasi sugge- rirci che ciò che accade po- trebbe anche essere interpre- tato in modi diversi, molto umani , anche se ci mostra in modo chiaro che in quegli snodi a muoversi e manifestarsi è lo Spirito di Dio. Capita infatti che, in seguito al- l’uccisione di Stefano, sorga una persecuzione «contro la Chiesa di Gerusalemme» (At 8,1). In realtà, notiamo che gli apostoli non ne sono toccati, benché non facciano nulla per nascon- dersi, e che questa persecu- zione si scatena subito dopo la morte di Stefano: viene da pen- sare che il suo bersaglio non fossero i cristiani in genere, ma proprio gli ellenisti, quegli ebrei convertiti di lingua greca che probabilmente erano guardati abbastanza male dagli antichi residenti di Gerusalemme. Sem- bra addirittura che chi li perse- guita non abbia neppure di mira i fratelli , i credenti , ma la gente forestiera che si era trasferita a Gerusalemme portando con sé i propri (tanti) soldi, le mogli (gio- vani e presto vedove) e i (riot- tosi) figli di età minore. Costoro, quasi certamente poco legati a Gerusalemme, davanti alla per- secuzione, hanno la scusa buona per ritornare in quegli ambienti di origine che erano multiculturali, variegati e ricchi di vita e in cui probabilmente preferivano vivere.
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