Missioni Consolata - Marzo 2020

Qui: giovani migranti nei pressi della chiesa, captano il segnale wifi per connet tersi a internet. Il parroco lascia il segnale libero per permettere loro di comuni care con i propri parenti. Sotto: un gruppo di giovani eritrei ospiti dell’hotspot a inizio ottobre scorso, in giro per l’isola. * * 24 marzo 2020 MC 2019, ha scelto di sfuggire alle prime nebbie padane e di rifu- giarsi sull’isola per una breve vacanza. Di giorno trascorre il tempo alla ricerca delle spiagge più belle. La sera, invece, si siede in qualche piano bar di via Roma, tra un bicchiere di vino e un karaoke. Classica vacanza di mare. Non sa niente del tema migratorio e non gli interessa. Migranti non ne vede e gli va bene così. Meta di turismo solidale . Così vede l’isola Roberta di Perugia che si trova sull’isola nello stesso periodo di Marcello. Anche lei è una turista, arrivata per il Festival di Lampedusa, un appuntamento organizzato da ragazzi residenti e artisti italiani per portare una proposta culturale sull’isola. Roberta è interessata a cono- scere la Lampedusa Porta d’Eu- ropa, terra di frontiera e sede di organizzazioni culturali che si oc- cupano di temi sociali, ambien- tali e promozione dei diritti umani. Trascorre il tempo a Porto M, un piccolo museo ge- stito dal movimento culturale Askavusa, dove sono contenuti oggetti appartenenti a migranti e ritrovati sulle spiagge. Guarda le scarpe spaiate, frammenti di bar- che, maglie stracciate e pezzi di giubbotto salvavita. Va all’archi- vio storico, sfoglia le foto in bianco e nero di una Lampedusa antica e scopre che l’isola è * ITALIA stata sede di un carcere di alta sicurezza agli inizi del Nove- cento e di una base militare du- rante la seconda Guerra Mon- diale. Parla con alcuni residenti dell’isola che non dimenticano i naufragi a cui hanno assistito ne- gli ultimi anni. Roberta vorrebbe anche parlare con qualche mi- grante per ascoltare la loro sto- ria. Ma rimane delusa. Eppure si era fatta l’idea, leggendo i gior- nali, che Lampedusa straripasse di migranti. Luogo da cui scappare . Per Louay, un ragazzo di 21 anni ori- ginario della Tunisia, Lampedusa ha l’aspetto di un carcere. Arri- vato nella notte del 29 settem- bre 2019, insieme a circa 180 connazionali divisi su più imbar- cazioni, Louay vede l’isola come una zona di transito obbligato. Il suo obiettivo è arrivare in Fran- cia e poi spostarsi in Germania. Quando Louay arriva a Lampe- dusa alle 2 di notte, Marcello e Roberta stanno dormendo. Dormono anche tanti dei seimila residenti di Lampedusa, molti dei quali al mattino si alzano all’alba per lavorare in bar e ri- storanti. Per loro Lampedusa è una casa e il flusso turistico rap- presentato da Marcello e Ro- berta è il lavoro. Non dormono invece gli opera- tori di alcune organizzazioni umanitarie presenti sull’isola, che si svegliano e si dirigono al porto per portare generi di conforto e documentare l’arrivo di Louay e delle altre persone che i carabinieri trasporteranno nell’ hotspot , il centro di prima accoglienza. Per coloro che la- vorano in Ong nazionali e inter- nazionali o nelle forze armate italiane, Lampedusa è un posto dove trascorrere una parte della propria vita svolgendo una mis- sione, chi ubbidendo a ordini mi- litari, chi lavorando per i diritti umani o facendo volontariato. Per altri, infine, Lampedusa è il luogo da cui spiccare il volo. La vedono così i ragazzi lampedu- sani che desiderano una forma- zione accademica. I ragazzi in età universitaria sanno che de- vono trasferirsi in Sicilia o spo- starsi in qualche altra regione italiana o magari all’estero, se vogliono ottenere una laurea. Tra un ragazzo di 18 anni di Lam- pedusa e Louay non c’è molta differenza. Entrambi hanno il so- gno di costruirsi una vita. Però solo il ragazzo con il passaporto italiano ha in mano il lascia pas- sare per trasferirsi in Europa, su un aereo e con le carte in regola. L’altro è forzato a rischiare la vita in mare o nel deserto, cercando di attraversare qualche frontiera. BRUCIARE I DOCUMENTI Louay è arrivato a Lampedusa su una barca da 20 posti, intercet- tata in mare dalla Guardia Co- stiera che l’ha scortato fino al porto. Poi è stato trasferito al-

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