Missioni Consolata - Marzo 2020
gazzina. L’errore comune di noi bianchi è di non fare distinzioni: per noi gli indigeni sono tutti eguali. Nulla di più sbagliato, in- vece. Gli E’ñepá (conosciuti an- che con il nome di Panare) non sono Warao: altra lingua, altra zona di provenienza, altri co- stumi. Anche i prodotti del loro artigianato sono diversi. In Ve- nezuela, sono circa 5mila, loca- lizzati soprattutto nella parte oc- cidentale dello stato di Bolívar. In effetti, a ben guardare, i loro tratti somatici sono diversi da quelli dei Warao. Avviandoci verso l’uscita pas- siamo accanto a tavoli sui quali alcuni indigeni - vecchi e gio- vani - stanno giocando a dama o a domino e poi a un banco dove alcune signore e’ñepá ge- stiscono un piccolo banco di ar- tigianato, anche se dentro l’a- brigo gli acquirenti sono quasi assenti. Nello spiazzo anti- stante, dei bambini - a Pintolan- dia ce ne sono tanti - si diver- tono giocando a pallone. Usciamo dall’ abrigo quando è ormai sera e il buio è rischiarato dai lampioni della piazza. Pro- prio di fronte all’ingresso, dall’al- tra parte della strada, notiamo uno strano gruppetto. Ci sono due donne, di cui una giovane, e ben sette bambini. Il più pic- colo ha pochi mesi. Sono seduti o stesi su alcune panche di ce- mento, insieme a diversi sac- chetti e sacche con il simbolo dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim). «Siamo arrivati qualche giorno fa dal Venezuela e siamo stati a cen- tro di transito della rodoviaria (stazione dei bus, ndr )- ci rac- conta la signora più anziana -. Poi ci hanno detto che a Pinto- landia c’erano dei posti e siamo venute. Ma siamo in attesa da alcune ore e non credo che ci prenderanno. Dobbiamo cer- care di tornare alla rodoviaria per passare la notte (almeno là sono previste tende, c’è la pos- 18 MaRZO 2020 MC Questo servizio rientra nell’ambito del progetto «The Warao Odissey» ese- guito da Missioni Consolata Onlus e prodotto con il contributo finanziario dell’U- nione europea e della Regione Piemonte attraverso il bando «Frame Voice Report!» del Consorzio Ong Piemontesi. Qui sopra: una famiglia di migranti accampata sulla strada di fronte all’ingresso di Pintolandia (sullo sfondo), nella speranza di ottenere un permesso per entrare nel campo. * © Marco Bello sibilità di farsi la doccia e di avere del cibo, ndr ), però ci ser- vono dei soldi per pagare due taxi perché è piuttosto lontano. Riproveremo nei prossimi giorni». Una piccola storia di rifiuto che ci fa riflettere su questo «umani- tario» senza umanità. Marco Bello e Paolo Moiola (2.a puntata - continua)
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