Missioni Consolata - Marzo 2020
avere un’idea della struttura del campo: al centro c’è un grande capannone (sormontato da uno striscione con la scritta «Ope- ração Acolhida Abrigo Pintolan- dia»), mentre ai suoi lati sono state montate tende e tendoni. All’interno del capannone - alto, buio e triste - sono state co- struite delle banali strutture in ferro - sia verticali che orizzon- tali - che hanno uno scopo solo ma fondamentale: consentire agli indigeni di appendere le loro amache. Che sono tante. Un mare. Attorno a esse, indu- menti, scarpe, borse. E, come sempre, tanti bambini che gio- cano nonostante tutto. LA PAROLA AI CACIQUE A Pintolandia, ci sono nove caci- que («aidamo», in lingua warao), ognuno dei quali coordina un gruppo di circa 70-80 indigeni. In sostanza, i cacique fanno da tramite tra gli ospiti e le organiz- zazioni. Euligio Baez, 34 anni, una mo- «OdisseaWarao» / 2 a puntata: visita a un centro per indigeni dell’Operazione accoglienza LE REGOLE DI PINTOLANDIA BRASILE-VENEZUELA MC A B oa Vista. Sul marcia- piede opposto, pro- prio ai margini di un grande piazzale disa- dorno, sono accam- pati gruppi di persone con sac- chi riempiti dei loro pochi averi, per lo più vestiti e qualche pa- della. Ci sono bambini e spesso anche neonati. Sono in attesa di poter entrare nel rifugio dall’al- tra parte della strada. Sono tutti indigeni perché Pintolandia - il nome viene dal quartiere - è un abrigo aperto soltanto a richie- denti di etnia indigena. L’accesso è presidiato. Ci sono le transenne e ci sono i controlli. Per entrare o uscire, gli ospiti sono tenuti a mostrare una tes- serino con foto e dati anagrafici. A tutti gli altri l’ingresso è inter- detto a meno di non passare per una lunga e complicata richiesta formale. E la risposta positiva non è affatto scontata. Noi siamo stati fortunati avendo ottenuto un permesso di visita per vie meno formali e più veloci. Mostrato un documento ai mili- tari di guardia e firmato un regi- A Roraima sono stati allestiti 13 rifugi ( abrigos ) per i migranti venezuelani. Rientrano tutti nell’ambito della cosiddetta «Operação Acolhida», varata nel marzo 2018 e coordinata dall’esercito brasiliano. A Boa Vista abbiamo visitato l’ abrigo di Pintolan- dia che ospita soltanto indigeni. di MARCO BELLO e PAOLOMOIOLA Y a k e r a ! I W a r a o , d a l l e p a l a f i t t e a l l e c i t t à © Paolo Moiola stro, possiamo dunque passare e attendere l’arrivo della nostra guida. Meire lavora per la Frater- nidade - Federação humanitária internacional (Ffhi), un’organiz- zazione umanitaria brasiliana le- gata alla chiesa indipendente Rede Luz , fondata da José Tri- gueirinho Netto nello stato di Mi- nas Gerais. La Ffhi, assieme all’e- sercito e all’Acnur delle Nazioni Unite, è impegnata nell’ Ope- ração Acolhida (Operazione ac- coglienza), varata nel marzo 2018 dal governo brasiliano per assistere i migranti venezuelani. Ma è il ministero della Difesa che ha la responsabilità della logi- stica e il comando delle opera- zioni ( riquadro di pag. 14 ). UN MARE DI AMACHE La prima cosa che vediamo - im- possibile non notarla - è uno striscione che penzola dalla tet- toia che protegge l’entrata: vi sono elencate le regole dell’ a- brigo . Severe e dettagliate, come per esempio: nessuna en- trata tra le 22,00 e le 5,30; nes- sun visitatore esterno; niente fumo e alcol all’interno del rifu- gio. Già dall’entrata è possibile 10 MaRZO 2020 MC
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