Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

72 propriata in base al rischio da coprire, o di calcolatori bancari capaci di stabilire le condizioni di prestito più adeguate alla si- tuazione economica del richie- dente, o di centraline agricole in grado di aprire e chiudere il ru- binetto dell’irrigazione in base al tasso di umidità presente nel terreno. STORIA DELLE RIVOLUZIONI INDUSTRIALI Da una ricerca condotta dal- l’Ocse sulle prime 2mila im- prese mondiali che investono in ricerca, risulta che il 40% dei brevetti collegati all’intelligenza artificiale è posseduto da im- prese di computer ed elettro- nica, il 16% da imprese automo- bilistiche, il 12% da imprese di macchinari. In ordine decre- scente seguono imprese del settore chimico, elettrico, farma- ceutico, fino ad arrivare, in coda, al servizio dei trasporti. L’espressione Industria 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover (Germa- nia) nel 2011. Una terminologia non casuale con l’intento di ri- cordarci che si tratta della quarta rivoluzione industriale af- frontata dal capitalismo. L ’ hanno battezzata «Indu- stria 4.0» e si riferisce alla nuova frontiera tec- nologica destinata a ri- voluzionare non solo il settore manifatturiero, ma anche quello commerciale, finanziario, sanita- rio, edile, perfino agricolo. È la tecnologia del digitale e dell’in- telligenza artificiale che, a diffe- renza della vecchia robotica, ca- pace solo di svolgere una va- rietà di mansioni messe in suc- cessione, è capace di prendere decisioni in base ai dati che ri- leva. Su di essa, ad esempio, si basa la messa a punto di veicoli capaci di viaggiare senza guida- tore, o di robot medici capaci di elaborare la terapia più appro- priata in base ai parametri clinici e di laboratorio. E ancora: di computer assicurativi in grado di elaborare la polizza più ap- L’«industria 4.0»: che succederà del lavoro? Dopo quelle del 1784, del 1870 e del 1970,siamo già arrivati alla quarta rivoluzione industriale, quella dell’automazione. Una rivoluzione che potrebbe far perdere il lavoro a milioni di persone: le stime vanno da un minimo di 75 a un massimo di 375 milioni di posti in meno. E pare molto difficile che i nuovi lavori possano compensare le perdite. PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO MC R E la chiamano economia © Justin Lynham di Francesco Gesualdi MC

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