Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

MC R 71 gennaio ~ febbraio 2020 MC A ncora sotto l’effetto dei pesanti sedativi, Ma- falda venne riportata nel postribolo e abbandonata, senza assistenza. Morì dissan- guata il 28 agosto 1944, a 42 anni. Il dottor Fausto Pecorari, radiologo italiano anch’esso internato a Buchenwald, di- chiarò che Mafalda era stata intenzionalmente operata in ritardo e la sua morte era stata il risultato di un assassi- nio sanitario premeditato. La salma di Mafalda di Savoia, grazie al padre boemo Joseph Tyl, monaco cattolico dell’or- dine degli Agostiniani Premo- stratensi, non venne cremata, ma fu messa in una cassa di legno, sepolta con la dicitura: 262 eine unbekannte Frau (donna sconosciuta). Dopo al- cuni mesi dei marinai italiani, reduci dai lager nazisti, trova- rono la bara della principessa martire e posero una lapide identificativa. Dallo studio della vita della principessa e della sua perso- nalità, emerge la figura di una donna briosa e mite, intelli- gente e colta, sempre dedita agli altri; una sposa e una ma- dre esemplare, di grandissima fede cattolica, sempre pronta alla carità per i più bisognosi e disagiati. Persona semplice, indulgente, benevola e ama- bile. Il suo sacrificio è l’ultimo atto di una vita occupata priorita- riamente dalla presenza del Vangelo. Anche nel campo di concentramento di Bu- chenwald non badò a se stessa, in cima ai suoi pensieri c’erano i figli, il marito, i geni- tori, gli internati del campo e in particolare agli italiani del lager, ai quali fece sentire tutta la sua vicinanza. Le sue ultime parole furono proprio dirette a loro: «Italiani, io muoio, ricordatemi non come una principessa ma come una vostra sorella italiana». Il marito Federico sopravvisse all’internamento prima nel la- ger di Flossenburg, poi in quello di Dachau e infine a Vil- labassa in Val Pusteria dove fu liberato dagli Alleati. Mafalda di Savoia riposa oggi in terra tedesca nel piccolo ci- mitero degli Assia a Fran- coforte-Höchst, frazione di Francoforte sul Meno. Innu- merevoli sono vie, piazze, giardini pubblici intitolati a lei, esiste persino un comune che porta il suo nome (in provincia di Campobasso), cippi e mo- numenti eretti in suo onore in diverse scuole e realtà italiane sono dedicati alla sua memo- ria. Figlia, madre e moglie ideale, principessa dai connotati straordinariamente umani e cristiani, Mafalda di Savoia rappresenta una vittima inno- cente giustiziata in una guerra dove l’odio espresse la sua faccia più turpe e la violenza il suo volto più feroce. Grazie alla sua testimonianza pos- siamo sperare in un futuro più giusto e fraterno. Don Mario Bandera Pag. 69: Mafalda di Savoia e Filippo D’Assia il giorno del matrimonio nel castello di Racconigi il 23 settembre 1925. A sinistra: ritratto uffciale della principessa. Qui: il lager di Buchenwald. * * *

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