Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

guito di un esame incompleto della letteratura scientifica, senza la valutazione delle più recenti evidenze sperimentali, per cui esso tiene in conto solo gli effetti termici delle radiofre- quenze e non quelli biologici (in linea con l’Icnirp), l’Isde italiana ha chiesto il ritiro di questo do- cumento all’Istituto superiore di Sanità ed una sua rielabora- zione più ampia. NE VALE LA PENA? Il 2 ottobre 2019 è terminata l’a- sta per l’assegnazione delle fre- quenze 5G. Le offerte per le bande messe a disposizione hanno superato i 6,5 miliardi di euro, superando la cifra minima stabilita dalla legge di bilancio. Il 5G inizialmente funzionerà con elementi emittenti nella fascia 3,5-3,6 GHz e antenne phase array , cioè a «schiera in fase». Sarà necessaria l’installazione nelle aree urbane di moltissimi micro-ripetitori, con conse- guente aumento della densità espositiva, poiché i molti palazzi e piante rappresentano un osta- colo alla trasmissione lineare (in teoria le piante non dovrebbero superare i 4 m di altezza, quindi potranno verificarsi generose potature, se non addirittura eli- minazioni). Quando la tecnolo- gia 5G sarà potenziata, ogni operatore dovrà installare sta- zioni base ogni 100 m in ogni area urbana del mondo e ricor- rerà anche a satelliti in orbita, che emetteranno onde millime- triche a fasci focalizzati e orien- tabili, con una potenza effettiva irradiata di 5 milioni di watt. Se- condo i meteorologi, tutto ciò potrebbe interferire pesante- mente sulle previsioni dei gravi eventi atmosferici, con grande rischio per le popolazioni delle aree interessate. Siamo sicuri che valga la pena di correre tutti questi rischi per avere case, auto, industrie, og- getti «intelligenti», che probabil- mente renderanno noi sempre più stupidi? Ma soprattutto, tutto questo ci rende felici o schiavi della tecnologia imperante e di chi la controlla? Rosanna Novara Topino scientifici a disposizione si riferi- scono a frequenze di gran lunga inferiori a quelle utilizzate dal 5G e di fatto ci ritroviamo a fare da cavie umane in questa speri- mentazione. Sarebbe perciò do- veroso applicare il principio di precauzione ed evitare di esporre la popolazione a inutili rischi, in assenza di studi mirati. Nell’agosto 2019 l’Istituto supe- riore di Sanità ha emesso il rap- porto Istisan 19/11 , nel quale gli autori, dopo avere escluso dalla loro analisi importanti studi sia epidemiologici, che sperimentali in modo del tutto arbitrario, con motivazioni errate come la man- canza di significatività statistica o pretestuose come la non an- cora avvenuta pubblicazione su riviste peer review , sono giunti a conclusioni rassicuranti sugli ef- fetti delle radiofrequenze e sull’utilizzo dei cellulari. Addirit- tura essi sostengono che, alla luce dei dati attuali, l’uso co- mune del cellulare non sia asso- ciato all’aumento del rischio di alcun tumore cerebrale, mante- nendo un certo grado d’incer- tezza per un uso molto intenso soprattutto dei vecchi modelli di cellulare con maggiori potenze di emissione rispetto a quelli di ultima generazione. Anch’essi inoltre affermano di non potere fare previsioni sull’impatto del 5G sulla salute. Poiché il rap- porto Istisan è stato stilato a se- nostra madre terra ACCADE NELLE NOSTRE SCUOLE Diversi studi hanno evidenziato una particolare vulnerabilità alle radiofrequenze nei bambini e nelle donne in gravidanza. In particolare uno studio svedese di Hardell et al., 2013 , ha dimo- strato che l’uso del cellulare prima dei 20 anni porta a un ri- schio di glioma ipsilaterale quat- tro volte superiore, rispetto ai controlli. Questo dato è partico- larmente importante, se si pensa che ormai bambini e ado- lescenti sono costantemente immersi nei campi elettroma- gnetici, che tutti insieme vanno a costituire l’elettrosmog. Non solo i bambini e ragazzi ormai dispongono quasi tutti di un cel- lulare, pc o tablet, ma passano parecchie ore delle loro gior- nate in scuole sempre più con- nesse, per le quali il cosiddetto «Bando Wi-Fi» del luglio 2015 ha stanziato un finanziamento di circa 90 milioni di euro per la realizzazione o il miglioramento delle reti wi-fi all’interno delle scuole del I e II ciclo d’istru- zione. Purtroppo, nei bambini e nei ragazzi, la capacità di assor- bimento delle radiofrequenze è superiore rispetto agli adulti a causa del maggiore contenuto di acqua dei loro tessuti e del minore spessore delle ossa cra- niche. Questo espone i ragazzi ad un maggiore rischio di con- trarre patologie importanti come il cancro. Del resto, si può immaginare il livello di esposizione in una classe dove siano contempora- neamente presenti 25-30 cellu- lari (liberalizzati dalla ex ministra all’Istruzione Fedeli, che ha so- stenuto il Byod, Bring your own device , «Porta il tuo dispositivo», nell’ambito del progetto Buona scuola), alcuni pc o tablet, la la- vagna elettronica (detta Lim) e la connessione wi-fi della scuola. Nel 2017 l’Isde italiana (il suo sito: www.isde.it ) ha chiesto una moratoria al governo, per inter- rompere la sperimentazione del 5G in atto, finché non si sappia qualcosa di più circa la sua peri- colosità o innocuità. Tutti i dati 60 gennaio ~ febbraio 2020 MC

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