Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020
40 Nel nuovo modello sostenibile e inclusivo di- venta una necessità urgente lo sviluppo di politi- che energetiche che riducano drasticamente l’emissione di biossido di carbonio (CO2) e degli altri gas legati al cambiamento climatico. Inoltre, va assicurato l’accesso all’acqua potabile, che è un diritto umano fondamentale (77). La difesa della vita dell’Amazzonia e dei suoi po- poli necessita di una profonda conversione per- sonale, sociale e strutturale (81). Occorre adottare comportamenti responsabili che rispet- tino e valorizzino i popoli dell’Amazzonia, le loro tradizioni e conoscenze, proteggendo la loro terra e cambiando i nostri modi di vivere. Dob- biamo ridurre il consumo eccessivo e la produ- zione di rifiuti solidi, stimolando il riuso e il riciclaggio. Dobbiamo ridurre la nostra dipen- denza dai combustibili fossili e dall’uso delle plastiche. Dobbiamo cambiare le nostre abitudini alimentari, visto l’eccessivo consumo di carne e pesce. Dobbiamo attivarci nella semina di alberi. Dobbiamo cercare alternative sostenibili nel- l’agricoltura, nel campo energetico e nella mobi- lità. Dobbiamo promuovere a tutti i livelli l’educazione all’ecologia integrale (84). Valorizzare la donna e le lingue autoctone La saggezza dei popoli ancestrali afferma che la madre terra ha un volto femminile. Sia nel mondo indigeno che in quello occidentale la donna è la persona che lavora in una moltepli- cità di campi (101). Eppure, nella vita quotidiana le donne sono vittime di violenza fisica, morale e religiosa. La Chiesa si schiera in difesa dei loro diritti e le riconosce come protagoniste e guar- diane della creazione e della casa comune (102). Avviandosi alla conclusione, il Documento finale ricorda che la Chiesa cattolica deve dare una ri- sposta alla richiesta delle comunità amazzoniche di adattare la liturgia valorizzando la cosmovi- sione, le tradizioni, i simboli e i riti originari nelle loro dimensioni trascendenti, comunitarie ed ecologiche (116). E tutto va fatto usando le lingue proprie dei popoli che abitano l’Amazzonia (118). Paolo Moiola È evidente che l’intervento dell’uomo ha perso il suo carattere «amichevole», per assumere un’at- titudine vorace e predatoria che tende a sfruttare le risorse naturali disponibili fino al loro esauri- mento (71). Molte attività estrattive, come le mi- niere su grande scala (quelle illegali in particolare, si pensi all’estrazione dell’oro), ridu- cono in maniera sostanziale il valore della vita in Amazzonia. In effetti, si appropriano della vita dei popoli e dei beni comuni della terra, concen- trando potere economico e politico nelle mani di pochi. A peggiorare le cose, molti di questi pro- getti distruttivi si realizzano nel nome del pro- gresso e sono appoggiati o permessi dai governi locali, nazionali e stranieri (72). Il futuro dell’Amazzonia è riposto nelle mani di tutti noi. Esso dipende principalmente dall’ab- bandono immediato del modello di sviluppo at- tuale che distrugge la foresta, non porta benessere e pone in pericolo l’immenso tesoro naturale amazzonico e i suoi guardiani (73). La Chiesa riconosce la conoscenza tradizionale dei popoli indigeni rispetto alla biodiversità, una conoscenza viva e sempre in marcia. Il furto di essa è chiamata biopirateria, una forma di vio- lenza contro queste popolazioni (76). ssier Sotto: la «scandalosa» statuetta della Pachamama utilizzata durante la via crucis dei martiri dell’Amazzonia, una via crucis che Roberto de Mattei (direttore di Corrispondenza Romana e altri media) ha definito «blasfema». © Paolo Moiola
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