Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

stoli, deve rendere conto ad altri di che cosa è successo. Benché la notizia che giunge a Gerusa- lemme sia che «i pagani ave- vano accolto la parola di Dio», che sembrerebbe essere pre- sentata come una notizia posi- tiva, quando Pietro arriva nella città santa viene rimproverato, perché si è mescolato con dei pagani, trascurando le norme di purità (At 11,1-3). Deve quindi nuovamente ripren- dere l’intero racconto (che così Luca ci richiama ancora, perché non ce ne scordiamo: come i mi- gliori professori, ci ripete più volte gli aspetti essenziali), al termine del quale i presenti si calmano e cominciano a lodare Dio (At 11,18). È chiaro che cosa Luca vuole spiegare di questo passaggio delicato e fondamentale. Dio ama gli uomini, vuole entrare in rapporto e relazione con ognuno di loro, senza che alcun aspetto secondario e superfi- ciale possa impedirlo. Si può es- sere addirittura dei pagani ro- mani e centurioni, ma se si cerca autenticamente Dio, lo si potrà incontrare, e non c’è legge ecclesiale che lo possa impe- dire. Nello stesso tempo, Dio non si muove fuori dalla chiesa, fuori dai suoi credenti, che de- vono mettersi a disposizione, la- sciarsi scomodare, uscire e an- dare là dove la legge religiosa sembrerebbe non volerli lasciar entrare, e poi ancora devono cercare di capire quello che è successo e accettare di dover cambiare la propria idea su Dio. Il Dio cristiano ha le idee chiare sulla propria intenzione di in- contrare tutti gli uomini. Ma non agirà nonostante i suoi fedeli, bensì puntando a coinvolgerli e convincerli. Con la consapevo- lezza che, senza la loro collabo- razione, anche l’azione di Dio sarà tarpata. Se Pietro non fosse uscito per seguire gli uo- mini che erano venuti a chia- marlo, Cornelio non avrebbe ri- cevuto lo Spirito. Ecco che il compito della Chiesa si riempie anche di responsabilità. Angelo Fracchia (11 - continua) collaborante degli uomini. Senza di noi, non vuole agire, non vuole forzarci ad andare dove non vogliamo: può spin- gerci, esortarci, invitarci, ma mai contro la nostra volontà e colla- borazione. Potremmo pensare che Pietro vada da Cornelio per predicare, evangelizzare e battezzare, cosa che farà. Ma intanto i due dialogano, si parlano, si chiari- scono le intenzioni e condivi- dono le esperienze (At 10,27- 33). Il vangelo, innanzi tutto, mette in contatto le persone. Quindi Pietro spiega, in breve, la vicenda di Gesù (At 10,36-43), sottolineando che «Dio non fa preferenza di persone», quale che sia l’origine, il popolo o la storia personale, e di questo Pietro appena adesso sta ren- dendosi conto (At 10,34). Quando ha finito di parlare non ha bisogno di attendere la rea- zione di chi è radunato in quella casa, perché, come è già suc- cesso altre volte ma soprattutto nella grande Pentecoste di Atti 2, lo Spirito Santo scende sui presenti senza aspettare il bat- tesimo, che arriva quasi a con- ferma formale di ciò che già Dio ha operato (At 10,44-48). VERIFICA ECCLESIALE Il racconto non finisce qui. Per- sino Pietro, il primo degli apo- una chiesa in uscita 34 gennaio ~ febbraio 2020 MC © AfMC / Benedetto Bellesi - A Tel Aviv, l’antica Giaffa, la chiesa dedicata a san Pietro

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