Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

P come pace C i sono 8.113 vocaboli che comincianocon la lettera «p» nel di- zionario italiano. È un mondo di parole ricche di possibilità. Al- cune sono indispensabili e parlano al cuore. La prima è P ace. Cominciamo ogni anno con la giornata per la pace. U na gior- nata che è preghiera, sospiro, speranza, ringraziamento e an che prote- sta. Preghiera, perché la vera pace si ottiene solo da Dio. Ringrazia- mento, perché la pace è un dono. Sospiro e speranza, perché richiede grande impegno, pazienza e perseveranza. Protesta, perché non si può stare zitti e passivi di fronte a chi, invece della pace, fomenta a tutti i costi la guerra. Guerre e conflitti insanguinano oltre 50 nazioni del mondo, soprattutto in Asia e in Africa, ma non solo. Intanto impinguano le casse dei potenti che, non contenti di produrre armi tradizionali, in- ventano e sfornano ordigni sempre più sofisticati e distruttivi in un’as- surda corsa alla morte. Quante volte si può distruggere un pianeta? Di fronte a questa realtà occorre tirare fuori la parresia cristiana, una pa- rola ben presente nel Nuovo Testamento per indicare il coraggio, l’au- dacia, la franchezza e la libertà di spirito del cristiano nel testimoniare e vivere la sua fede in colui che è la Parola di Vita e la vera pace del mondo. La P arresia non manca certo a papa Francesco, il quale, tornando dal Giappone dopo la visita a Hiroshima e Nagasaki, ha detto parole chiare. «L’uso delle armi nucleari è immorale, [...] e non solo l’uso, an- che il possesso, perché un incidente o la pazzia di qualche gover- nante, la pazzia di uno può distruggere l’umanità». Non so se avesse in mente qualcuno in particolare,ma a prescinderedal possesso o meno della bomba atomica, contiamo pur troppo un buon numero di gover- nanti o capi popolo convinti che si ottiene di più con il potere autorita- rio e intimidatorio, con la guerra e il terrore che con il rispetto delle per- sone, l’impegno a eradicare povertà e ignoranza, a difendere i deboli, a custodire l’ambiente e a promuovere dialogo e giustizia. Altro che politica come servizio al bene comune e alle persone. P ersona, ecco un’altra parola importante che inizia con la «p». Avere la persona al centro e non il denaro, il potere, il prestigio. Persona e pace vanno insieme. Dove le persone sono calpestate, sfruttate, trafficate, discriminate, umiliate e mantenute nell’ignoranza, non ci può essere pace. Quando ci sono alcuni che si ritengono i «primi» sopra gli altri, non ci può essere giustizia. Quando si distruggono i ponti, si chiudono i porti e sbarrano le porte, non ci può essere pace. Ponti, porti e porte - realtà che implicano sempre due direzioni, una di entrata e una di uscita - sono comunicazione, apertura, incontro, accoglienza, tutti ele- menti indispensabili per costruire la pace. Certo l’avventura della pace non è facile richiede poi un ultimo ele- mento essenziale: il P erdono, un’ultima parola iniziante con la «p» che non può essere dimenticata. Lasciarci perdonare e donare perdono è impegnativo perché cambia il nostro modo di relazionarci con noi stessi e con gli altri. Ci rende più umani o, forse, più divini, perché per- donare è amare e amare è «agire da Dio», essere «perfetti» come Lui, il Padre di tutti, perfetto e misericordioso. Auguri e benedizioni per un 2020 di pace. Ai lettori MC R EDITORIALE MC di Gigi Anataloni, direttore MC Haiti, 10 anni dal sisma Il 12 gennaio 2010, alle 16,53, una potente scossa di terremoto devastò Port- au-Prince, la capitale di Haiti, e le città vicine. Le vittime non sono mai state contate, ma l’ordine di grandezza è 300mila. Fu una tragedia immane. Un punto di non ritorno per uno dei paesi più po- veri del mondo. Sembrava fosse arrivato il momento di rottura per far cambiare la sorte del paese, una specie di azze- ramento, per ripartire su basi diverse. Non fu così. Qualcuno, i soliti noti, ci mise lo zampino, bloc- cando ogni iniziativa di rinascita promossa dalla società civile. Questo mese ricorrono i 10 anni da quell’evento. Ironia della sorte, oggi il paese sta attraversando la crisi socio-politica ed eco- nomica più grave degli ul- timi tre lustri. All’epoca MC pubblicò l’editoriale dal titolo «Alzati e cammina!», il cui incipit era: «Non esiste un altro posto così al mondo». Nel 2020 non ci siamo dimenticati di Haiti. Torneremo presto a par- larvi di quel popolo straordinario, di chi ne ha impedito lo sviluppo, e della crisi attuale. Intanto, il nostro ricordo va alle vittime, e ai loro cari. Marco Bello * 3 gennaio ~ febbraio 2020 MC

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