Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

troppo tardi». Monsignor Tlha- gale, che dirige l’ufficio migranti e rifugiati della Conferenza epi- scopale dell’Africa australe, ha osservato che le autorità sudafri- cane hanno fatto «ben poco per proteggere le vittime» degli ul- timi attacchi. «Abbiamo ricevuto segnalazioni di agenti di polizia che sono rimasti pigramente in disparte mentre i negozi veni- vano saccheggiati e le persone attaccate - ha dichiarato -. Cer- chiamo di essere assolutamente chiari - questo non è un tentativo dei sudafricani di liberare le città dagli spacciatori» né «il lavoro di alcuni elementi criminali, questa è xenofobia, pura e semplice». «È probabile che gli attacchi alle comunità di migranti e alle loro attività continuino nel futuro - ha aggiunto il vescovo - perché tali attacchi sono ora indissolubil- mente legati alle rivendicazioni di servizi di base. Districare il razzismo dalle sacrosante esi- genze dei poveri sudafricani sarà una grande sfida […]. La profonda insoddisfazione dei su- dafricani per la corruzione e l’i- nefficienza dei loro comuni e del loro governo nazionale non do- vrebbe ricadere sui migranti. Non è assolutamente etico tra- scinare i migranti nelle liti dei su- dafricani. [...] I sudafricani non dovrebbero indurire i loro cuori e dovrebbero eliminare il loro odio per i migranti innocenti. I mi- granti hanno il loro onere da por- tare. I sudafricani dovrebbero portare il proprio». UNA NUOVA LEGGE CONTRO I MIGRANTI In numerosi documenti, i vescovi hanno appoggiato le istanze a favore dei migranti e di una poli- tica più aperta nei confronti dei rifugiati. Tra le prese di posi- zione più dure dei prelati c’è l’opposizione alla riforma della legge sui rifugiati. Questa nor- mativa, che è stata approvata su- bito dopo la fine dell’apartheid, è molto liberale e permette ai mi- granti che attendono il riconosci- mento dell’asilo di essere liberi di muoversi nel paese, di lavo- rare e di studiare. «La nuova legge - spiega padre Filippo - intende creare centri di detenzione in cui ammassare i ri- chiedenti asilo. Sebbene sia pre- visto che lo status di rifugiato debba essere riconosciuto entro otto mesi, i migranti aspettano anche nove anni prima di avere una risposta. Ciò significa che si verrebbero a creare veri e propri campi di concentramento. Una cosa assurda. Anche perché la società sudafricana ha bisogno dei migranti: lavorano in settori in cui i sudafricani sono esclusi, creano imprese e offrono lavoro. Il loro dinamismo è essenziale». Enrico Casale * SUDAFRICA 22 gennaio ~ febbraio 2020 MC " La frustrazione dei sudafricani poveri si riversa sui migranti che oggi sono gli ultimi degli ultimi. © AFP/ Petrie / Hans Lucas Qui: un migrante congolese, di fronte all’Alto commissariato per i rifugiati a Città del Capo, mostra cicatrici causate dai colpi ricevuti da attacchi xenofobi. Ottobre 2019. *

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