Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

MC A la valuta che ottiene dalla sua vendita compra ali- menti e medicinali, come anche materie prime e pro- dotti industriali di uso comune. Non avendo libero accesso al mercato estero e ai nostri conti bancari in dollari, per il cittadino venezuelano la quotidianità si è fatta molto complicata». Anche per la popolazione dei Warao. Il console parla di un numero di indigeni attorno alle 69mila per- sone, mentre l’ultimo censimento - risalente al 2011 - ne contava circa 49mila. Rispetto alla gravità del pro- blema della loro migrazione, il nostro interlocutore minimizza. «Sono - ci spiega - una popolazione no- made e in quanto tale si muovono. Dal Delta Ama- curo si sono distribuiti negli stati Monagas, Sucre, Bolivar, ma anche in Caracas, Valencia… Voglio dire che non è da oggi che stanno venendo in Brasile. Sono sempre venuti qui. In questo momento, sem- plicemente ne arrivano di più e si fermano più a lungo». Chiediamo al console se i Warao abbiano lasciato i loro fiumi anche sulla spinta di fattori ambientali e invasioni di gruppi non indigeni. «Il mondo è cam- biato ed è cambiato anche per i Warao. Le condizioni ambientali nel delta dell’Orinoco non sono certa- mente le stesse di un tempo, ma rimangono sosteni- bili. È possibile continuare a pescare e a seminare, soprattutto palme e frutta tropicale». Facciamo notare al console come molte comunità warao lungo l’Orinoco e i suoi canali (i cosiddetti caños ) si siano svuotate. «Abbiamo una popolazione che è indigena e vive nel proprio habitat e una popo- lazione indigena che è trapiantata in città. Lo dico perché molte persone che s’incontrano qui in Brasile sono indigeni urbanizzati. E poi vi chiedo: perché tra tutte le etnie indigene del Venezuela in Brasile arri- vano soltanto i Warao? Perché - lo voglio ribadire - loro già venivano qui. Quasi tutti gli altri gruppi indi- geni sono sedentari, nonostante l’embargo econo- mico (che è la vera motivazione della migrazione dei venezuelani) valga per tutti». N omadi ma anche urbanizzati: sembrerebbe un ossimoro, o almeno una contraddizione in termini. Faustino Torella Ambrosini ribadisce i due concetti aggiungendo: «L’indigeno warao che è andato in città difficilmente torna indietro. Ha tutto il diritto di agire così: queste persone appartengono ai popoli tradizionali, ma sono anche venezuelani. E poi, in questo loro cambiamento, c’è un ministero che li aiuta». Il console si riferisce al ministerio del Poder Popular para los Pueblos Indígenas , attualmente guidato da Aloha Núñez, indigena Wayú (Guaijra). Cosa fa que- sto ministero?, gli chiediamo. «È stato creato per aiu- tare i popoli indigeni a integrarsi. A incorporarsi nella società venezuelana. Sempre con rispetto per la loro volontà». Incorporarsi come?, insistiamo. «Ad esempio, con la Gran mision vivienda para indigenas . Noi li aiutiamo a costruire le loro case utilizzando materiali e disegni tipicamente indigeni. Come per le palafitte». Il console ricorda anche l’esistenza di un’università, la Universidad indígena de Venezuela , istituita appositamente per gli indigeni negli stati Bo- livar e Amazonas. Chiediamo anche dell’operazione Vuelta a la patria pubblicizzata dal volantino affisso all’entrata. «È un progetto - spiega il diplomatico - del nostro governo per i venezuelani che non hanno avuto fortuna nei paesi - Ecuador, Perù, Panama, Colombia, Argentina e Brasile - dove sono emigrati e che vogliono tornare a casa. L’esecutivo favorisce il rimpatrio di queste persone. Hanno partecipato anche gli stessi Warao per una cifra importante: non meno di mille». M ille indigeni che sono rientrati, tornando da dove erano partiti. Non possiamo verificare la veridicità di questo numero, a prima im- pressionepiuttostoelevato. Il console Faustino To- rellaAmbrosini è un rappresentante ufficiale del go- vernodi Caracas e, in quanto tale, nonpuò che di- fendernel’operato.A suo merito,va detto però che non è rimastochiuso nellapropria sede consolare, ma ha visitato di persona gli abrigos di Boa Vista (compreso quello spontaneo di Ka Ubanoko)e di Pa- caraima, dove sono concentratimoltiWarao.E gli indigeni ci hanno confermato sia la visita del console che la sua disponibilità. Marco Bello - Paolo Moiola 17 gennaio ~ febbraio 2020 MC © Marco Bello

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