Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2020

MC A 13 gennaio ~ febbraio 2020 MC I Warao costituiscono una delle principali etnie indigene del Venezuela. Per numero infatti sono il secondo gruppo più numeroso dopo i Wayú (Guajiro). Secondo il censimento del 2011, i Warao sarebbero 48.771, una cifra probabil- mente sottostimata. Il loro nome è un’autodeno- minazione che significa gente ( arao ) di canoa o, se- condo altri studiosi, gente delle terre basse. Gli in- digeni chiamano i non Warao hotarao , gente delle terre alte. Sia in un caso che nell’altro il significato di Warao rimanda ai luoghi da essi abitati. Che sono i canali ( caños ) del delta dell’Orinoco nello stato Delta Amacuro e, dopo varie migrazioni, an- che le aree adiacenti della Guayana Esequiba (un territorio conteso tra Guayana e Venezuela), non- ché gli stati venezuelani di Bolivar, Monagas e Su- cre. Conoscere l’ambiente naturale in cui vivono i Wa- rao è indispensabile per capire questo popolo. An- che se esso è cambiato e sta cambiando a causa dei mutamenti climatici e dei disastri prodotti dal- l’uomo e anche se una parte consistente dei Warao si è urbanizzata (soprattutto a Tucupita, capoluogo del Delta Amacuro) o è emigrata - non si sa s e in maniera stabile o temporanea - in Brasile. C ome si diceva, la gran parte delle comunità tradizionali dei Warao è posta lungo i canali dell’Orinoco. Questo fiume, che nasce nella cordigliera di Parima (massiccio della Guayana), ha una lunghezza di 2.140 chilometri e una portata d’acqua imponente, seconda soltanto a quella del Rio delle Amazzoni. Prima di gettarsi nell’Oceano Atlantico, l’Orinoco forma un delta che raggiunge un’apertura di circa 400 chilometri. La vastità della regione deltica (circa 22.500 km 2 , poco meno della Toscana) determina diversità tra le comunità warao a causa dei maggiori o minori contatti con il mondo non indigeno ( criollo ) e delle diverse condizioni di ciascun microambiente. La vita è scandita dall’ac- qua. La stagione secca va da gennaio ad aprile, con molti canali che diventano salmastri. La successiva stagione delle piogge dura fino a settembre con una piena (detta creciente ) che sommerge coste e isole del delta. Le case dei Warao - chiamate janoko , che significa il luogo della ja , l’amaca - sorgono lungo i canali, ma sono costruite su palafitte proprio per essere pronte a resistere alle maree. Per sopravvi- vere nel delta è necessaria una conoscenza precisa dell’ambiente naturale, che comunque oggi risulta meno gestibile e prevedibile di un tempo a causa dei mutamenti prodotti da fattori antropici (inqui- namento delle acque fluviali e deforestazione, su tutto). Le attività tradizionali dei Warao sono la pe- sca (in particolare del morocoto o pirapitinga e dei granchi), la caccia e la raccolta di frutti silvestri. Ad esse si sono in seguito aggiunte alcune coltivazioni agricole, in primis quella del riso e poi la Colocasia Esculenta della quale vengono mangiati sia i tuberi (bolliti oppure grigliati) che le foglie (come verdure cotte). La pianta autoctona per eccellenza è la palma di moriche (conosciuta come palma di buriti in Brasile), una vera ricchezza della natura. Tutti i suoi componenti (foglie, frutti, semi, corteccia) sono infatti utilizzabili per fare prodotti di artigia- nato o come alimento. Dall’amido del moriche si ri- cava una farina ( aru ) che è alla base della dieta dei Warao. Come sempre accade per i popoli indigeni, la co- smovisione e la vita religiosa dei Warao sono diffi- cili da comprendere per i non indigeni. Quello che si può affermare è che tradizione orale e mondo magico-religioso sono strettamente legati all’am- biente naturale in cui essi vivono. La presenza e l’attività dei missionari sono cambiati nel corso del tempo, soprattutto in ambito cattolico. Dalla filoso- fia coloniale del «civilizzare l’indio selvaggio» si è passati a interventi nel campo dell’istruzione e della salute, rispettando i valori indigeni. Negli ultimi anni, la situazione per le comunità wa- rao si è complicata a causa della presenza di varie bande criminali che agiscono impunite lungo l’Ori- noco trafficando con la droga, la tratta delle donne e il contrabbando di benzina. A l momento, il futuro dei Warao non pare promettente. Molte comunità lungo l’Ori- noco sono state abbandonate o si sono spo- polate. Molti indigeni si sono urbanizzati, ma senza una vera integrazione con i criollos . Altri sono emi- grati, ma si trovano a vivere in una condizione di isolamento e pura sopravvivenza. Una parte consi- stente dei Warao, popolo delle canoe, sembra dun- que aver perso per sempre la ragione prima del proprio nome. M.B. - P.M. Brevedescrizionedel popoloWarao Un futuro senzacanoe? La gente delle canoe è nativa del delta dell’Orinoco. Oggi sono almeno 50mila, rappresentando la seconda etnia indigena del Venezuela. © Juan Carlos Greco Migrazioni | Popoli indigeni | Ambiente

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