Missioni Consolata - Dicembre 2019
«M i sarete testimoni fino agli ultimi confini della terra» è il tema del campo missionario nazionale «1000 mondi in missione» svoltosi quest’anno nella no- stra calda e accogliente Puglia. Sessanta giovani dai 14 ai 25 anni provenienti da Torino, Martina Franca, Ruffano e Roma si sono dati appunta- mento a Galatina (Le), accompagnati da padre Nicholas Muthoka, p. Dawinso Licona Sierra, p. Celio Fumo e p. Bienvenu Kasuba. Il campo ha avuto come guide ideali alcuni grandi testimoni della fede della nostra terra: don Tonino Bello, suor Leonella Sgorbati e gli 800 martiri di Otranto. Anche alcuni momenti di convivialità sono stati pensati in accordo con la loro testimonianza: ad esempio le «Olimpiadi Allamaniane», pur mantenendo la competizione del caso, hanno rispettato sia lo spirito di don Tonino Bello - che ha messo tutto se stesso nella creazione e sviluppo degli oratori -, sia lo spirito dei Beati Martiri, i quali venivano definiti «Christi nobiles Atletae» (nobili atleti di Cristo): «Quella dell’atleta è una categoria che, pur apparte- nendo al linguaggio sportivo, è ricca di tante sfaccettature. Si diventa atleti per raggiungere un traguardo. Se il traguardo tiene, vale la pena mettersi in gara, vale anche la pena allenarsi, al- trimenti è meglio lasciar perdere» (monsignor Donato Negro, arcivescovo di Otranto). Tra le testimonianze ascoltate, ci sono state quella di don Milko Lagna, vice direttore della caritas diocesana, che ci ha spiegato alcune di- namiche dell’immigrazione sul nostro territorio; quella delle missionarie della Consolata di Mar- tina Franca; quella delle Clarisse di Otranto. Queste ultime hanno aperto le porte del loro convento per mostrarci la loro realtà, così di- versa dalla nostra, hanno ascoltato i nostri dubbi e provato a dar loro una risposta. Ognuno dei sei giorni trascorsi insieme è stato un giorno intenso, per tutti. Non si è trattato solo di condividere il sonno, i pasti e la fatica di camminare sotto il sole cocente, o di fare il proprio turno delle pulizie, si è trattato an- che di tutte quelle piccole cose che possono es- sere comprese solo se vissute: i discorsi fino a notte fonda, la musica a tutto volume a ogni ora del giorno, gli sguardi reciproci per capirsi al volo, le risate che riecheggiavano nelle stanze. E anche gli aspetti negativi che non mancano mai, perché ognuno di noi fa la sua dose di errori, piccola o grande che sia, ma mai abbastanza grande da allontanarci l’uno dall’altro, perché quello che ci lega è sempre più forte di ciò che ci divide, e ciò fa parte dell’indole del missiona- rio, proprio come disse il beato Giuseppe Alla- mano: «L’Istituto è una famiglia. Siete tutti fra- telli, dovete vivere insieme, prepararvi assieme, per poi lavorare assieme». Perché, in fin dei conti, è questa la prova regina del nostro essere missionari e cristiani: avere dentro di noi l’Amore per i più deboli, sia nel corpo che nello spirito, per l’essere umano nella sua forma più pura, poiché, come Gesù stesso ci disse, «verrete giudicati sull’amore». «Amare il prossimo più di noi stessi: questo il programma di vita del missionario. Se non si ar- riva al punto di amare il bene degli altri più della propria vita, si potrà avere il nome, non la so- stanza dell’uomo apostolico», beato Giuseppe Allamano. Serena Bianco 1000 mondi a Galatina AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT Tra il 20 e il 26 agosto scorsi 60 «giovani consolatini» dal Nord, Centro e Sud Italia si sono trovati a Galatina (Le) per l’appuntamento nazionale annuale «1000 mondi in missione».
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