Missioni Consolata - Dicembre 2019

AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT garci, a farci entrare nella vita tanza- niana, a orga- nizzare sposta- menti o attività con amore sincero, disinteressato. Per noi la missione sono le manine di Mandina, Lightiness, Charity, Alioubu, Gracious e di tutti i bambini dell’asilo che ci toccavano la testa salu- tandoci con un dolce «Shikamoo» in segno di ri- spetto dopo esserci corsi incontro a braccia aperte urlando a squarciagola i nostri nomi, sen- titi solo una volta, il giorno prima. I loro sorrisi, i loro simpatici e innocenti litigi per ottenere il «privilegio» di tenere strette le nostre mani, gli abbracci di affetto, le risa di gioia e stupore nel vedere le loro aule ridipinte con giraffe, leoni, scimmie e rinoceronti, sono tutte immagini che la memoria farà fatica a cancellare e che conti- nueranno a suggerirci che un gesto semplice può fare la differenza e donare felicità. La Tanzania è Winnie e Rose, due ragazze stu- dentesse che, capitate in mezzo al nostro gruppo di «wazungu» (bianchi), hanno vissuto assieme a noi da sorelle, e ci hanno aiutati, ac- compagnati, hanno tradotto, condiviso e raccon- tato molto in ogni momento. Oggi ne sentiamo la mancanza, ma per fortuna ci aiuta whatsapp a sentirci più vicini. Sono molte le persone incontrate - e sarebbe lunga la lista -, come le esperienze vissute. Ognuna è un pezzo del puzzle che, incorniciato dalla serenità e semplicità africana, rappresenta la stupenda immagine della nostra Africa. Anna Pappaianni e Matteo Mandelli L’ estate è di solito il periodo di svago, di- vertimento, vacanza. Per alcuni giovani è anche un momento di scelte, incontri e condivisione con realtà nuove che danno alla vita una svolta. Così è stato per noi. Infatti, ad agosto siamo partiti dalla Brianza in otto, ac- compagnati da padre Nicholas Odhiambo della Consolata di Bevera, diretti in Tanzania. L’esperienza missionaria è stata un tempo di ri- flessione su noi stessi, sul nostro ruolo e il nostro impegno verso gli altri, su come ci rapportiamo con chi incontriamo sulla nostra via. Uno tra i motivi della nostra partenza è stato il centenario della presenza in Tanzania dei missio- nari della Consolata. Per questo, durante la no- stra permanenza, abbiamo preso parte a un pel- legrinaggio a piedi di 17 km da Iringa a Tosama- ganga, luogo della prima missione della Conso- lata in Tanzania, con la comunità del posto e giovani provenienti da Dar es Salaam. È stato un mese ricco di relazioni, amicizie, sor- risi e novità che abbiamo assaporato grazie al- l’accoglienza di ogni persona, ragazzo o missio- nario delle missioni nelle quali siamo stati ospi- tati. Porteremo sempre ciascuno di loro nei no- stri ricordi. Tramite loro, abbiamo vissuto l’Africa missionaria. Per noi vivere la missione è babu (nonno) Moses che, con i suoi occhi chiari, luminosi e sempre vi- vaci, trasmetteva un amore immenso ai bambini e bambine del coro che da solo ha creato e ge- stisce nella parrocchia di Makambako. Un uomo che, con più di 70 anni, ogni giorno segue i ra- gazzi della parrocchia nel catechismo e li educa come fossero suoi figli, o, meglio, nipoti. Per noi essere missionari nel mondo è padre Thomas, padre Domenique e padre Peter (que- st’ultimo vecchia conoscenza di Bevera) che ci hanno accolti come fratelli e ci hanno fatto sen- tire a casa, sempre pronti ad aiutarci, a spie- In occasione del centenario dei missionari della Conso- lata in Tanzania, alcuni gruppi di giovani consolatini sono partiti dall’Europa per vi- vere un’esperienza di missione e celebrare le grandi opere compiute dallo Spirito tra- mite i missionari. Ecco l’e- sperienza del gruppo di Bevera (Lc). Tanzania 100

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