Missioni Consolata - Dicembre 2019

56 MC DICEMBRE 2019 golo giocatore? A me vengono in mente diversi esempi di compor- tamenti eccessivi in partite del settore giovanile locale, per le quali non ci sarebbe da scaldarsi tanto, eppure è come noi scim- miottassimo quello che ci sta so- pra, a certi livelli e lo volessimo portare nel mondo dei giovani. Quando poi, se guardi una partita di calcio di piccolissimi, se non ci fosse l’arbitro, non ci fossero i ge- nitori, o qualcuno che li addestri a comportarsi con una certa mali- zia, loro non ci arriverebbero neanche. Penserebbero esclusi- vamente al piacere del gioco e a manifestare se stessi, in un am- biente che forse, senza presun- zione, allora sì che sarebbe sano». A un giovane o una giovane che avesse l’ambizione di diventare professionista cosa diresti? «Intanto quando parliamo di movi- mento calcistico parliamo di per- sone, senza differenza di sesso. Di- rei che per prima cosa tutto parte da una passione. Non posso dare un consiglio, posso raccontare la mia storia. Io ho iniziato a giocare a calcio per una passione incredi- bile. Ma quando mi scopro a par- lare di passione con i nostri ra- gazzi, mi rendo conto che se per noi è un concetto quasi imme- diato, con loro bisogna avere la ca- pacità di descrivergli, anche con poche parole, cosa voglia dire. Io utilizzo un esempio semplicissimo: avete presente quando una per- sona fa tutti i giorni la stessa cosa e continua a farla e non si accorge del tempo che passa? Magari un’altra persona la guarda e vede che fa sempre la stessa cosa. Quella è passione, qualcosa di cui non puoi fare a meno, che non ti pesa il tempo che passi a farla. Che ti risveglia dentro sempre nuove curiosità e nuovi modi di approcciarla. E non ti pesa perché ti soddisfa, ti gratifica. La passione deve essere il primo motore che spinge il sogno di un bambino. Dopo di che non dovremmo par- tire dall’idea voglio diventare cal- ciatore , questo è un prodotto della società, ovvero inculcare al bambino la possibilità di diventare calciatore perché il calciatore è in vista, ha buoni guadagni, fa una bella vita. Non è così. È molto diffi- cile che uno possa arrivare a fare questa professione. Bisogna es- sere molto chiari, obiettivi. Fare capire che una potenziale profes- sione nasce da una passione, ma anche da un percorso molto duro e non ci sono scorciatoie. Un per- corso, e lo sport lo insegna bene, che ti dimostra che tante volte, nonostante tu ti sia impegnato allo spasimo, non puoi raggiun- gere quello che vuoi. Così come nella vita, non tutto quello che vo- glio fare riesco a raggiungerlo, però ho imparato a farlo e, nel percorso che ho fatto, ho appreso determinate cose, ho formato la mia personalità, ho migliorato de- terminate competenze, e poi il corso della vita e la mia idea mi porteranno a scoprire piano piano quello per cui sono nato». Marco Bello ITALIA

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