Missioni Consolata - Dicembre 2019
FAMIGLIE MISSIONARIE DICEMBRE2019 MC 37 D Fraternità casalinga Alla canonica di San Grato si accede da un cancello che dà su un cortile, a lato della facciata della chie- setta. Suoniamo il campanello. Viene ad aprirci Massimiliano Grasso, Max per tutti, il più giovane tra gli adulti della fraternità: 30 anni, capelli neri, folti e ricci. Bolle di sapone sparate da una pistola verde e arancio campeggiano sulla sua maglietta nera. Ci accoglie con un sorriso e ci guida alla porta della canonica, una costruzione di due piani addossata al fianco della chiesa. Lui vive al piano terra con la moglie Sara Stilo, 31 anni, e con i loro bimbi Iago, di 2 anni, ed Elia, di 6 mesi. Entriamo in cucina, dove Sara, capelli neri a ca- schetto attorno a un viso che pare giovanissimo, ci saluta mentre prepara la pappa per Elia che sor- ride allegro nel seggiolone. La piccola stanza, che fino a tre anni fa era una saletta parrocchiale, è semplice e accogliente: dentro ci stanno una cucina ad angolo, un divano a due posti, un tavolo per quattro. Le pareti sono organizzate con pensili e mensole carichi di tutto ciò che una giovane fami- glia con bimbi piccoli deve avere a portata di mano. «Lavoriamo tutti e otto - inizia a raccontare Sara -. Io e Serena, un membro della fraternità, lavoriamo insieme. Lei è la mia referente in una cooperativa di animatori. Facciamo attività di educazione al consumo consapevole nelle scuole. Mio marito, in- vece, è infermiere, ma in questo momento si sta oc- cupando più di educazione che d’infermieristica, in una comunità di ragazzi psichiatrici. Da poco segue un bambino arrivato da un orfanotrofio russo. Ave- vano bisogno di una figura maschile e gli hanno chiesto se voleva occuparsene lui». Quattro giovani famiglie Max esce nel cortile al ri- chiamo di due voci di bimbi, e al suo posto compare Giovanni Messina, 37 anni, che abita con la moglie Enrica Ruffa al piano di sopra. Sente che parliamo di lavoro e si presenta: «Io fac- cio lo sviluppatore di web e app per una cooperativa. Invece mia moglie è coordi- natrice di una strut- tura di accoglienza della diocesi di Torino che si trova qua vicino, in strada Traforo del Pino. Segue una quarantina di rifugiati provenienti dal Moi (l’ex villaggio olimpico di Torino occupato da migranti e sgomberato a più riprese negli ultimi anni, ndr ). Si occupa di tutto: dalla sistemazione ai documenti, all’italiano, alla condizione sanitaria, alle borse la- voro e alla vita ordinaria». Mentre Giovanni parla, entra in cucina Iago, se- guito da suo papà Max e dall’amichetta Cecilia, di due anni come lui. Iago porta con sé un vasino che posa a terra di fronte a noi: ha imparato da poco a usarlo ed è felice di mostrarlo a tutti. Giovanni ci spiega che Cecilia ha un fratellino, Pie- tro, di sei anni, e che i suoi genitori, Stefano Picco e Chiara Gaschino, sono una delle due coppie che vi- vono nell’altra casa della fraternità a pochi passi da qui: Stefano ha 40 anni e fa il consulente sulla sicu- rezza in ambito forestale, Chiara ha 37 anni e fa la maestra. In questo momento Chiara è a casa, ma Cecilia è qui perché voleva giocare con Iago. Nella casa dove abitano Stefano e Chiara c’è un se- condo alloggio nel quale stanno Serena Andrà, 34 anni, con suo marito Claudio Aseglio, 35 anni, me- dico anestesista, e i loro bimbi: Agnese di 7 anni, Paolo di 5 e Francesco di 2 e mezzo. Un quarto pic- colino nascerà all’inizio del prossimo anno. Amici che si spalleggiano Dopo averci presentato per sommi capi le famiglie della fraternità, Giovanni ci illustra anche i molti servizi che la fraternità offre per la comunità di San Grato e per l’unità pastorale nella quale San Grato è inserita: «Ci occupiamo di un’ex parrocchia di collina. Quando l’ultimo parroco è andato via, la parrocchia è stata fusa con quella di Sassi, dove don Stefano Audisio, che oggi ha quasi ottant’anni, fa i salti mortali. Il nostro incarico è essere qua, aprire e chiudere la chiesa, animare le messe do- menicali: abbiamo il nostro nucleo di una decina di parrocchiani affezionati, e poi amici, altre famiglie con bambini, scout che vengono per il week end. Ci siamo ritagliati una stanza nella casa di sotto dove vivono Chiara, Stefano, Serena e Claudio: la usiamo per i momenti di preghiera della nostra fra- ternità e per l’ospitalità nei fine settimana. Ospi- tiamo soprattutto scout per il semplice motivo che dormono per terra, oppure in tenda. Oltre a questi servizi a San Grato, diamo una mano a don Stefano anche in altri ambiti della pastorale parrocchiale: il corso prematrimoniale, ad esempio, poi il corso per i battesimi, il catechismo, un per- corso per i genitori dei bimbi del catechismo. Se- guiamo anche un gruppo di giovani affiancando il don. Partecipiamo al consiglio pastorale. I parrocchiani sono molto felici che ci siamo. Se non ci fossimo noi, probabilmente questa chiesa sa- rebbe chiusa e la struttura in decadenza. Il bosco si prenderebbe tutto se non ci fosse qualcuno qui. Il punto di forza della nostra esperienza - conclude - è che siamo in quattro e ci spalleggiamo. Per le messe domenicali, ad esempio, ci alterniamo». A sinistra : i membri adulti della fraternità di Mon- greno. Da sinistra : Ste- fano, Giovanni, Sara, Massimiliano, Serena, Claudio, Chiara ed Enrica. | Qui : la Madonna Conso- lata accoglie i visitatori dall’alto del muro che di- vide il sagrato dal cortile della canonica. D © Luca Lorusso
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