Missioni Consolata - Dicembre 2019

giornato lo Space Act per aumen- tare la competitività dello sfrutta- mento delle risorse spaziali (in- cluse acqua e minerali) anche nel settore privato, concedendo alle aziende il diritto di uso e utilizzo di pianeti e asteroidi. Naturalmente la decisione del go- verno statunitense è stata og- getto di discussioni e di scontri a livello internazionale in quanto violerebbe il Trattato sullo spazio extra-atmosferico stipulato nel 1967. Questo accordo, accettato da 129 paesi, stabilisce che nes- suno stato può arrogarsi il diritto di rivendicare sovranità e risorse di alcun corpo celeste; al tempo stesso, però, non proibisce ad al- cuno di poter sfruttare in modo temporaneo le stesse. Il risultato è un elastico legislativo che può essere manipolato dalle nazioni e dai singoli attori privati a proprio piacimento. Basta che nessuno pianti una bandiera o un logo su un oggetto spaziale affermando di possederlo e il gioco è fatto. La confusione delle leggi sulla co- lonizzazione umana dello spazio è ben esemplificata dagli impres- sionanti numeri di oggetti che cir- colano sulle nostre teste: attorno al nostro pianeta ruotano circa 128 milioni di detriti spaziali più piccoli di 1 centimetro, 900mila oggetti grandi tra 1 e 10 centime- tri e 34mila oggetti maggiori di 10 centimetri. Dallo Sputnik al Voyager Dal 4 ottobre 1957 quando l’Urss lanciò il primo satellite artificiale - si chiamava Sputnik 1 - attorno all’orbita terrestre, l’uomo ne ha fatta di strada. Oggi la sonda lan- ciata dall’uomo più distante dalla Terra (Voyager 1) ha raggiunto lo spazio interstellare a 22 miliardi di chilometri dal Sole. Proprio questa sonda nel 1990 e a sei mi- liardi di chilometri dalla Terra scattò un’altra memorabile foto- grafia che è passata alla storia con il titolo datole da Carl Sagan di «Pale blue dot», pallido pun- tino azzurro. A molti quest’imma- gine non dirà molto: la Terra è un puntino di 0,12 pixel dispersa in una delle bande colorate dovute alla rifrazione della luce sulla lente della macchina fotografica. Ma proprio questa sua insignifi- cante presenza ci permette di comprendere quanto sia delicato il nostro mondo. Quel Pale blue dot , quel pallido punto blu visto dalla periferia del nostro sistema solare a 22 miliardi di chilometri dal Sole, risulta ancora più irrile- vante se rapportato all’intero Universo il cui diametro osserva- bile è pari a circa 8,8x1023 chilo- metri (880mila miliardi di miliardi di chilometri). Su quel minuscolo, microscopico puntino disperso e sospeso nello spazio quasi otto miliardi di per- sone devono convivere assieme ad altre centinaia di specie vege- tali e animali. Come disse Sagan, commentando quel Pale blue dot : «Non c’è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare (...). Vi piaccia o meno, per il momento la Terra è il luogo dove ci gio- chiamo le nostre carte». È tutta nostra convenienza trat- tarla bene. Piergiorgio Pescali (prima parte- continua) mille miliardi di dollari; la Luna è ricca di elio-3, isotopo che diverrà importantissimo quando, tra qualche decennio, sarà possibile ottenere la fusione nucleare con- siderata la risorsa energetica del futuro e in cui molti paesi stanno investendo sempre più risorse, mentre la corsa a Marte è sempre più affollata di contendenti che giocano anche sul low-cost con l’India che fa da capofila. La mis- sione «Mars Orbiter Mission» dell’Isro (l’agenzia spaziale in- diana) che è entrata nell’orbita di Marte nel settembre 2014 è co- stata solo 73 milioni di dollari, ma - come ha candidamente confer- mato lo stesso presidente del- l’ente -, il risparmio è stato otte- nuto con lunghi ed estenuanti orari di lavoro, una forte diminu- zione di test a terra e tagli tecno- logici. Se questa è la via che vo- gliono intraprendere i nuovi arri- vati sarà molto difficile che pos- sano competere con la sofisticata tecnologia, i livelli di sicurezza e i diritti dei lavoratori autoimpostisi da agenzie storiche come la Nasa e l’Esa o la stessa Roscosmos (l’a- genzia spaziale russa). Per competere economicamente con la nascente industria spaziale dei paesi emergenti, nel 2015 l’amministrazione Obama ha ag- 34 MC DICEMBRE 2019 MONDO A sinistra : la galassia a spirale denominata «NGC 300». # © NASA

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