Missioni Consolata - Dicembre 2019

24 MC DICEMBRE2019 Una Chiesa in uscita COSÌ STA SCRITTO - Atti degli Apostoli di Angelo Fracchia, biblista 10. Da Saulo di Tarso a Paolo apostolo N el nostro cammino di rilettura degli Atti degli Apostoli siamo giunti al colpo di scena che imprimerà agli Atti un percorso nuovo. Entra in scena Saulo di Tarso, in- contrato solo di sfuggita in At 7,58; 8,1, prima della sua conversione. Ci si potrebbe aspettare che con lui finalmente l’a- zione si allontani da Gerusalemme, si apra al mondo intorno. In effetti sarà così, ma con un per- corso meno lineare di quanto potremmo immagi- nare. Da una parte, l’apertura al mondo non ebraico è già iniziata, sia pure in modo sfumato, con il battesimo di samaritani ed eunuchi (At 8), che non facevano parte del popolo ebraico e anzi erano spesso visti come persone da evitare a qua- lunque costo (i samaritani), ma che, agli occhi di un non ebreo, erano probabilmente difficili da distin- guere. Dall’altra, il primo a battezzare un pagano sarà Pietro (At 10,48). Ma anche il racconto della conversione di Paolo non è un semplice colpo di scena: aggiunge ricchezza, profondità e raffina- tezza al discorso. Tre racconti Per questo brano ci troviamo davanti a tre versioni del medesimo avvenimento. Sono dei «doppioni» secondo uno stile che talora si trova già nell’Antico Testamento e, più diffusamente, nei vangeli sinot- tici. È ben raro, però, che si trovino all’interno dello stesso libro, e quando succede è per ragioni ben precise. Saranno queste ragioni, quindi, che indagheremo, anche perché il procedere di Luca è tanto preciso e puntuale che fa sembrare strane queste ripetizioni. • Il primo racconto in cui si narra del cambiamento di Saulo è l’unico che è narrato dall’esterno, come da un osservatore, e che è posto al momento crono- logico esatto in cui è accaduto (At 9). Saulo sta an- dando a Damasco per perseguitare i cristiani quando splende una luce, parrebbe soltanto per lui, e si sente una voce che però i compagni di viaggio di Saulo non riescono a comprendere. Diventato cieco, Paolo è accompagnato in città, dove incontra Ana- nia, un cristiano affidabile la cui resistenza è vinta a fatica da Dio, che lo guida a guarire e lo battezza. • Il secondo racconto è al capitolo 22. Paolo (non più Saulo) è giunto a Gerusalemme per portare la colletta raccolta nelle chiese del Mediterraneo orientale, ma viene attaccato nel tempio e accu- sato di blasfemia, creando un tale subbuglio che la pattuglia romana interviene e lo porta via, proba- bilmente con l’intenzione di flagellarlo e interro- garlo. Paolo, a questo punto, si svela come perso- naggio cosmopolita e importante, che parla in greco al centurione e poi racconta la propria vi- cenda alla folla «in lingua ebraica» (At 21,40: in realtà doveva trattarsi di aramaico, ma la confu- sione tra le lingue era comunissima). In questa ver- sione - narrata dallo stesso Paolo - coloro che cam- minano con lui vedono la luce ma non sentono la voce, e Anania sembra decisissimo nella propria missione, lo guarisce senza toccarlo e gli spiega nei dettagli ciò che compirà nella chiesa. • Il terzo racconto è al capitolo 26. Paolo, arrestato e in attesa di essere inviato a Roma, perché si è ap- pellato alla possibilità di essere giudicato da un tri- bunale per cittadini romani, viene convocato quasi per svago dal procuratore Festo e parla anche da- vanti a Erode Agrippa II, esperto di questioni ebrai- che. A lui Paolo presenta la propria vicenda con tanta passione da spingere il re alla battuta: «An- cora un poco e mi convinci a farmi cristiano!» (At 26,28). In questo racconto pare che tutti vedano la luce, la voce che gli parla cita la scrittura (a diffe- renza che negli altri due testi) e non c’è traccia di Anania, ma è la voce udita sulla strada per Dama- sco a spiegargli anche la sua missione futura. Perché queste differenze? Un brano ripetuto più volte serve normalmente a ribadirne l’importanza. Inoltre ripeterlo più volte può anche aiutare a suggerire al lettore quali dati siano davvero centrali. Se in un passo Paolo vede una luce e gli altri no e in un altro tutti la vedono, se in uno sentono la voce e nell’altro no, significa che questi particolari non sono decisivi. Se Anania compare in due versioni, se ne ricava che è impor- tante ma non essenziale. A tornare in tutti e tre i brani sono soltanto tre ele- menti (non sempre nella stessa forma): l’intenzione bellicosa di Paolo nell’andare verso Damasco, l’ap-

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