Missioni Consolata - Dicembre 2019
22 MC DICEMBRE2019 gazze e ai ragazzi. Abbiamo per- sino fatto giardinaggio, piantato e raccolto riso, preparato 150 pan- zerotti durante la festa della mamma (in Thailandia si festeg- gia nel giorno del compleanno della Regina Madre, il 12 agosto). Ci siamo imbattuti nei mestieri più strani, pensando di non es- serne capaci. Abbiamo provato l’ebbrezza di lasciarci coccolare dall’altalena akha (gli Akha sono una tribù thailandese presente soprattutto nel Nord) che viene costruita proprio durante i giorni della festa dell’Assunta per far di- vertire i bambini del villaggio (…e anche noi grandi!). Sono stati giorni intensi di acco- glienza, di collaborazione, di pa- zienza, di adattamento, di prova, spesso giorni stancanti… ma sem- pre stracolmi di bellezza. Ab- biamo apprezzato la cura con cui ogni missionaria e ogni missiona- rio porta avanti l’opera di Dio, prendendo sulle proprie spalle i più piccoli della terra, mettendosi costantemente al servizio dei più poveri e degli indifesi, mangiando con loro, sporcandosi ogni giorno le mani nella terra per confer- mare l’amore per tutto il Creato. Condivisione Ci tengo, mentre scrivo di quella che è stata per me la Thailandia, a raccontare un aneddoto che ha stravolto la mia vita, il mio sguardo, il mio tutto. Una sera, di ritorno da un villaggio dove ave- vamo passato la notte, racconta- vamo alla suora che ci seguiva come fossimo rimasti meravigliati del fatto che alle sei del mattino sul nostro tavolo per la colazione avevamo trovato ben 30 ciotoline diverse piene di cibo. Lei ci ha ri- sposto con una semplicità disar- mante: «Avete visto? Non bisogna avere tanto per fare grandi cose. In quel villaggio ognuno vi ha por- tato quel poco che aveva, che era diverso dal poco dell’altro… e dal poco di ognuno è venuta fuori una tavola stracolma di bontà che avrebbe sfamato tantissima gente». È proprio vero. Dal poco di ognuno vien fuori il moltissimo di Dio. Partire è... La missione mi ha cambiato la vita, le partenze me l’hanno stra- volta, la gente incontrata mi ha fatto capire quanto bella fosse la mia esistenza così intrecciata al- l’esistenza delle altre e degli altri. A chi mi chiede se è bene o no partire, senza esitare rispondo che partire è camminare, partire è respirare, partire è crescere, è osare, è scoprire che in qualsiasi parte del mondo tu vada, avrai sempre una famiglia che sarà pronta ad accoglierti, ad amarti. «Tutto il mondo è la mia fami- glia», canta Jovanotti… ed è pro- prio così. I nostri piedi inevitabil- mente si incrocieranno con altri piedi, le nostre mani si sporche- ranno con altre mani e il cuore batterà per e con altri cuori. La missione è stare con la gente, fer- marsi a mangiare con loro, stare sotto un albero a chiacchierare, giocare con i bambini, aiutare le ragazze a studiare. La missione è «stare» nella libertà di essere ciò che si è insieme agli altri! La missione è tutto ciò che di più semplice possa esserci. Ed è pro- prio questa semplicità che ha reso la mia vita straordinaria, proprio perché è vita insieme ad altre vite, storia insieme ad altre storie, cammino insieme ad altri cammini di liberazione. Semplicità straordinaria I piedi scalzi con cui si sta spesso in questa terra immensa ci siano THAILANDIA
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