Missioni Consolata - Novembre 2019

Una proposta dall’Asia Il salario «vivibile» ● C OS ’ È : salario che permette al singolo lavoratore e ai suoi familiari (partner e due figli) di far fronte ai biso- gni di base individuati in cibo, alloggio, vestiario, sa- nità, energia, trasporti, istruzione. L’orario di riferi- mento è quello previsto dalla legislazione nazionale, in ogni caso mai superiore alle 48 ore settimanali. ● C HI L ’ HA PROMOSSO : a livello mondiale il gruppo che ha elaborato la proposta più articolata di salario vivi- bile è l’ Asia Floor Wage Alliance , espressione asiatica della Clean Clothes Campaign . La campagna com- prende organizzazioni sindacali e non governative non solo dell’Asia (Bangladesh, India, Indonesia, Hong Kong, Malesia, Pakistan, Sri Lanka, Thailandia), ma anche d’Europa e America del Nord. ● P ROGRESSI REALIZZATI : nel 2009, l’ Asia Floor Wage Alliance ha messo a punto un sistema di calcolo di sa- lario vivibile valido per i paesi asiatici. La proposta è usata come base di contrattazione dalle diverse piat- taforme nazionali. In Europa il concetto di living wage è stato inserito nella legislazione inglese, ma assume come riferimento la linea di povertà individuata nel 60% del salario medio nazionale. ● I L SITO : https://asia.floorwage.org ● I L FUMETTO : dal sito di cui a lato è possibile scaricare due fumetti in inglese che possono servire a due scopi: far riflettere i ragazzi (e gli adulti) sulla tematica del salario giusto e ripassare la lingua inglese. F.G. produttiva col lavoro di tutti retri- buito non con un salario, ma con l’accesso a servizi gratuiti. Ecco il nuovo patto che ciascuno di noi dovrebbe stipulare con la colletti- vità: lavoro gratuito in cambio di servizi gratuiti. Se entrassimo nella logica di contribuire alla cosa pub- blica più che attraverso la tassa- zione del reddito attraverso la tas- sazione del tempo, potremmo tra- sformare la macchina pubblica in una grande area di sicurezza occu- pazionale per tutti. Il tempo di la- voro calcolato in base ai bisogni da soddisfare e all’ammontare com- plessivo di tempo che i cittadini possono mettere a disposizione. Forse non verrebbe fuori nean- che una giornata a testa a setti- mana, ma rappresenterebbe un minimo occupazionale garantito per tutti che ci farebbe sentire tutti cittadini con pari dignità. La dimostrazione che per risolvere i problemi sociali serve testa, cuore e fantasia. Francesco Gesualdi Per la casa comune con la tassazione del tempo Se proprio debito deve essere fatto, che almeno sia a vantaggio della casa comune, la parte di eco- nomia che dovremmo rafforzare per tre buone ragioni. La prima: si occupa di beni comuni e bisogni fondamentali. La se- conda: è a vantaggio di tutti per- ché funziona sulla base della soli- darietà invece che della compra- vendita. La terza: può essere un volano potente di creazione di po- sti di lavoro. Un aspetto, quest’ul- timo, che ci sfugge perché ab- biamo la testa impregnata di mer- cato. Nel nostro immaginario le uniche che possono creare lavoro sono le imprese che producono per vendere. Invece esiste anche l’altra possibilità: la comunità im- prenditrice di se stessa che si or- ganizza per la difesa dei beni co- muni e la garanzia dei diritti per tutti. E se da una parte si attrezza di campi, boschi, macchinari, fab- briche e tutto il resto che serve per produrre beni e servizi, dall’al- tra fa funzionare la sua macchina E la chiamano economia 42 MC NOVEMBRE2019 levando i soldi a chi ce li ha. In un caso abbiamo una società di uguali tramite il lavoro; nell’altro una società di uguali tramite il si- stema fiscale. Personalmente pro- pendo per una distribuzione del lavoro: non mi pare né logica, né dignitosa, una società di pochi che lavorano e molti che vivono alle loro spalle. Ma la riduzione dell’o- rario di lavoro è fortemente osteg- giata dalle imprese perché, a loro dire, fa aumentare il costo del la- voro. Forse anche per questo si è fatta strada la proposta della di- stribuzione del reddito che però non ha vita facile neanch’essa. La prospettiva di pagare più tasse fa torcere il naso non solo agli ultra ricchi, ma anche al ceto medio. E nel tentativo di non scontentare nessuno, una certa politica sceglie l’assistenza finanziata a debito. Ma si tratta di una toppa peggiore del buco perché, passato il sol- lievo del momento, la situazione si fa ancora peggiore per gli interessi da pagare e il capitale da resti- tuire.

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