Missioni Consolata - Novembre 2019
poi spenderanno in un supermer- cato. Tanto meno potevo imma- ginare che questa dipendenza fosse considerata normale. Dov’è la nostra libertà se la nostra so- pravvivenza dipende dalle deci- sioni di altri? Lavoratori contro lavoratori Ora che siamo in trappola ab- biamo due problemi: come vivere da prigionieri nel miglior modo possibile e come uscire dalla trap- pola. Finché siamo in prigionia il nostro obiettivo è un posto di la- voro a condizioni decenti. Compito non facile, perché per costringerci U na società che si preoc- cupa del lavoro mi è sempre sembrata strana. Quando, ancora ragazzo, passai dal mondo rurale a quello urbano, rimasi sbalordito sentendo che la gente si ango- sciava per il lavoro. Davanti agli occhi avevo l’immagine del conta- dino sfinito dietro all’aratro. Fra lui e i buoi non si capiva chi fati- casse di più, ed ero cresciuto con la convinzione che meno si lavora, meglio si sta, perché il lavoro è abbrutimento e fatica. Ma poi mi ritrovai in un mondo dove la gente si disperava se non faticava. Che fossero tutti matti? Tanto più che guardandomi attorno vedevo un sacco di lavoro da fare. Strade sporche da pulire, scuole scro- state da intonacare, giardini pub- blici da sistemare. Se la gente aveva così tanta voglia di fare, perché non si dedicava a ciò di cui c’era bisogno? Mi ci volle del tempo per capire che si scrive lavoro, ma si pronun- cia denaro. Non potevo immagi- nare che il mondo fosse popolato da una massa di nullatenenti che per vivere devono implorare un padrone perché compri il loro la- voro in cambio di un salario che Per un salario dignitoso (nell’era della disoccupazione) Un sistema economico fondato sulla competizione internazionale tende a comprimere salari e diritti. In questo modo i nemici dei lavoratori diventano altri lavoratori. L’introduzione di salari minimi che assicurino la vivibilità appare ancora lontana. Intanto l’occupazione continua a ridursi a causa dell’avanzata dell’automazione. Una questione affrontabile soltanto con la ridistribuzione: del lavoro o del reddito. E la chiamano economia PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO La rubrica di Francesco Gesualdi © Santiago Sito, Argentina 2016
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