Missioni Consolata - Novembre 2019

26 MC NOVEMBRE 2019 Nel quartiere dei giovani artisti di Flagstaff la contrarietà nei con- fronti di Trump è evidente: in un negozio di souvenirs si vende carta igienica con il faccione del presi- dente, mentre in un bar il caffè è servito in tazze in cui è riprodotta l’effigie stilizzata dell’Urlo di Munch circondata dalla dicitura «President Trump». I giornali e i media internazionali fanno fatica a comprendere il fe- nomeno di questo bizzarro uomo d’affari votatosi alla politica. Divisi tra i successi mietuti in politica estera e le contraddizioni di una politica interna che raccoglie suc- cessi economici e critiche sulla po- litica immigratoria, i canali televi- sivi e i giornali divulgano continua- mente notizie biforcute. Politica estera: bugie, verità e conflitti d’interesse «L’amministrazione Trump si è di- mostrata molto più abile del previ- sto in politica estera. La disastrosa esperienza guerrafondaia della coppia Obama-Clinton è stata so- stituita dal dialogo offerto da Trump che ha portato alle aper- ture con la Corea del Nord, la Rus- sia e, seppur in modo altalenante, con la Cina», confida davanti a una birra gelata e a stento celando un profondo senso di disagio, Dacre, un fisico delle alte energie che fa parte della Federazione degli Scienziati Americani, un’organizza- zione che si batte per il bando delle armi nucleari. La delusione verso la politica estera messa in atto da Obama è evidente: persino il Nobel per la pace dato sulla fiducia nel 2009 «per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia inter- nazionale e la collaborazione tra i popoli», oggi è oggetto di conte- stazione. «Durante l’amministra- zione Obama abbiamo scatenato guerre in Libia, Siria, aumentato il numero di militari in Afghanistan, imposto sanzioni alla Russia scate- nando il conflitto in Ucraina, dete- riorato i rapporti con la Cina e sfio- rato una guerra con la Corea del Nord. Eppure è stato premiato con un Nobel per la pace, a differenza di Trump che, nonostante i suoi buoni risultati, è stato snobbato», lamenta Austin Yee, attivista pacifi- STATI UNITI sta americana dell’Ong Mercy Corps . Il Nobel ad Obama, lungi dal- l’essere un premio eticamente neu- tro, era stato fortemente sponsoriz- zato e voluto dall’avvocatessa nor- vegese Berit Reiss-Andersen, allora membro e oggi presidente del Co- mitato per il Nobel nonché socia della Dla Piper , lo studio legale in- ternazionale (con uffici anche in Ita- lia, ndr ) che ha co-finanziato la cam- pagna elettorale di Obama nel 2012. Insomma, un Nobel alla fidu- cia (mal riposta), ma con enormi in- teressi finanziari. Anche Trump, come chi lo ha pre- ceduto alla Casa Bianca, non è certo un pacifista: il suo disimpegno in- ternazionale è dovuto principal- mente al fatto che, a differenza delle passate amministrazioni, è di- rettamente interessato a proteg- gere il proprio impero economico all’interno e all’esterno degli Stati Uniti. Con la nuova presidenza i cit- tadini americani hanno scoperto quello che noi chiamiamo conflitto d’interessi. Secondo la Cnn, Trump avrebbe 144 compagnie in 25 paesi del mondo (principalmente India, Indonesia, Canada, Emirati Arabi, Scozia, Cina, Brasile, Arabia Sau- dita), ma nessuno sa esattamente a quanto ammonti il suo impero: le cifre variano tra i 3,1 ( Forbes ) e i 12 miliardi di dollari (Trump stesso). La politica del «meno»: tasse, sanità, ambiente La politica del lavoro di Trump sta dando i suoi frutti con una disoc- cupazione scesa ai minimi storici (3,7% rispetto al 5% del 2016), ma è un trend in discesa dal 2014, cioè da prima del suo arrivo alla Casa Bianca, quando era disoccu- pato il 7% della forza lavoro. E se è vero che i salari sono aumentati in media del 3,2%, è altrettanto vero che la ricchezza si sta concen- trando verso un numero sempre più ristretto di persone. La ric- chezza accumulata si è creata principalmente con il taglio delle tasse, il che ha portato Trump a eliminare o diminuire sovvenzioni sociali. Il tipico esempio è la pro- posta di cancellare la «Legge sulla protezione dei pazienti e sull’assi- stenza economica» ( Patient Pro- tection and Affordable Care Act ), il cosiddetto Obamacare , forse la più popolare e utile iniziativa pro- mossa dall’ex presidente Barak Obama, che ha permesso a circa 30 milioni di cittadini, prima esclusi dall’assistenza sanitaria, di essere tutelati dal sistema nazio- nale. La crescita economica Usa è anche dovuta al polemico atteg- giamento di Trump verso le politi- che ambientaliste, che ha portato a negare il riscaldamento clima-

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