Missioni Consolata - Ottobre 2019

AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT e somiglianza di Dio e ci inserisce nel corpo di Cristo che è la Chiesa. In questo senso, il batte- simo è dunque veramente necessario per la sal- vezza perché ci garantisce che siamo figli e fi- glie, sempre e dovunque, mai orfani, stranieri o schiavi, nella casa del Padre. Ciò che nel cri- stiano è realtà sacramentale - il cui compimento è l’eucaristia -, rimane vocazione e destino per ogni uomo e donna in attesa di conversione e di salvezza. Il battesimo infatti è promessa realiz- zata del dono divino che rende l’essere umano figlio nel Figlio. Siamo figli dei nostri genitori na- turali, ma nel battesimo ci è data l’originaria pa- ternità e la vera maternità: non può avere Dio come Padre chi non ha la Chiesa come madre (cfr San Cipriano, L’unità della Chiesa , 4). Così, nella paternità di Dio e nella maternità della Chiesa si radica la nostra missione, perché nel battesimo è insito l’invio espresso da Gesù nel mandato pasquale: come il Padre ha man- dato me, anche io mando voi pieni di Spirito Santo per la riconciliazione del mondo (cfr Gv 20,19-23; Mt 28,16-20). Al cristiano compete questo invio, affinché a nessuno manchi l’annun- cio della sua vocazione a figlio adottivo, la cer- tezza della sua dignità personale e dell’intrin- seco valore di ogni vita umana dal suo concepi- mento fino alla sua morte naturale. Il dilagante secolarismo, quando si fa rifiuto positivo e cultu- rale dell’attiva paternità di Dio nella nostra sto- ria, impedisce ogni autentica fraternità univer- sale che si esprime nel reciproco rispetto della vita di ciascuno. Senza il Dio di Gesù Cristo, ogni differenza si riduce ad infernale minaccia ren- dendo impossibile qualsiasi fraterna accoglienza e feconda unità del genere umano. L’universale destinazione della salvezza offerta da Dio in Gesù Cristo condusse Benedetto XV ad esigere il superamento di ogni chiusura na- zionalistica ed etnocentrica, di ogni commistione dell’annuncio del Vangelo con le potenze colo- niali, con i loro interessi economici e militari. Nella sua Lettera apostolica Maximum illud il Papa ricordava che l’universalità divina della missione della Chiesa esige l’uscita da un’appar- tenenza esclusivistica alla propria patria e alla propria etnia. L’apertura della cultura e della comunità alla novità salvifica di Gesù Cristo richiede il superamento di ogni indebita in- troversione etnica ed ecclesiale. Anche oggi la Chiesa continua ad avere bisogno di uomini e donne che, in virtù del loro batte- simo, rispondono generosamente alla chiamata ad uscire dalla propria casa, dalla propria famiglia, dalla propria patria, dalla pro- pria lingua, dalla propria Chiesa locale. Essi sono inviati alle genti, nel mondo non ancora trasfigurato dai Sacramenti di Gesù Cristo e della sua santa Chiesa. Annunciando la Parola di Dio, testimoniando il Vangelo e celebrando la vita dello Spirito chiamano a conversione, bat- tezzano e offrono la salvezza cristiana nel ri- spetto della libertà personale di ognuno, in dia- logo con le culture e le religioni dei popoli a cui sono inviati. La missio ad gentes , sempre neces- saria alla Chiesa, contribuisce così in maniera fondamentale al processo permanente di con- versione di tutti i cristiani. La fede nella Pasqua di Gesù, l’invio ecclesiale battesimale, l’uscita geografica e culturale da sé e dalla propria casa, il bisogno di salvezza dal peccato e la libera- zione dal male personale e sociale esigono la missione fino agli estremi confini della terra. La provvidenziale coincidenza con la celebra- zione del Sinodo Speciale sulle Chiese in Amaz- zonia mi porta a sottolineare come la missione affidataci da Gesù con il dono del suo Spirito sia ancora attuale e necessaria anche per quelle terre e per i loro abitanti. Una rinnovata Pente- coste spalanca le porte della Chiesa affinché nessuna cultura rimanga chiusa in sé stessa e nessun popolo sia isolato ma aperto alla comu- nione universale della fede. Nessuno rimanga chiuso nel proprio io, nell’autoreferenzialità della propria appartenenza etnica e religiosa. La Pasqua di Gesù rompe gli angusti limiti di mondi, religioni e culture, chiamandoli a cre- scere nel rispetto per la dignità dell’uomo e della donna, verso una conversione sempre più piena alla Verità del Signore Risorto che dona la vera vita a tutti. [...]. A Maria nostra Madre affidiamo la missione della Chiesa. Unita al suo Figlio, fin dall’Incarna- zione la Vergine si è messa in movimento, si è la- sciata totalmente coinvolgere nella missione di Gesù, missione che ai piedi della croce divenne anche la sua propria missione: collaborare come Madre della Chiesa a generare nello Spirito e nella fede nuovi figli e figlie di Dio. [...]. Ai missionari e alle missionarie e a tutti coloro che in qualsiasi modo partecipano, in forza del proprio battesimo, alla mis- sione della Chiesa invio di cuore la mia benedizione. Dal Vaticano, 9 giugno 2019, Solennità di Pentecoste, FRANCESCO OTTOBRE2019 amico 75

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