Missioni Consolata - Ottobre 2019

OTTOBRE 2019 MC 61 D a quando l’uomo ha messo piede sulla terra ha sperimentato che, per procurarsi da vivere, non è sufficiente la sola forza musco- lare. Altri due elementi sono di fondamentale importanza: gli strumenti (oggi chiamati tecnolo- gia) e la terra (oggi, la natura e gli ecosistemi). Benché molto diversi fra loro, da quando siamo entrati nell’«era dei mercanti», questi due aspetti hanno finito per es- sere etichettati sotto la stessa ca- tegoria: il capitale. Tant’è che, se parla il proprietario terriero, il suo capitale è la terra; se parla l’alleva- tore, il suo capitale sono gli ani- mali; se parla l’imprenditore mani- fatturiero, il suo capitale sono le macchine. Una scelta non casuale: il linguaggio è fra i più potenti con- dizionatori del pensiero. Premesso che capitale è sinonimo di importante, fondamentale, senza accorgercene siamo cre- sciuti con la convinzione che gli aspetti essenziali dell’attività eco- nomica siano le macchine, i pa- lazzi, i terreni, le miniere. In una parola, diamo valore a ciò che il mercante reclama come «suo», mentre disprezziamo tutto il resto. In particolare, lavoro e beni co- muni. È il trionfo del pensiero mer- cantile. Senza mezzi Un tempo, quando l’economia ruotava attorno all’agricoltura, il capitale di riferimento era la terra. Oggi è rappresentato principal- E la chiamano economia PRIMA LA CONOSCIAMO, PRIMA LA CAMBIAMO La rubrica di Francesco Gesualdi Il lavoro (nell’era dei mercanti) La teoria economica classica distingue tre fattori di produzione: terra, capitale e lavoro. La loro parabola è stata opposta. I primi due sono diventati sempre più rilevanti, il terzo sempre meno. Prima a causa della rivoluzione industriale, poi della globalizzazione neoliberista e oggi per la rivoluzione informatica e robotica. © Andrea Moroni

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