Missioni Consolata - Ottobre 2019

FALSITÀ SUL DEBITO ESTERO Egregio Direttore, con riferimento all’arti- colo di Francesco Ge- sualdi di MC 5/2019 pag. 27, non sono riuscito a capire quali «falsità si sono raccontate rispetto al nostro enorme debito pubblico». Non è forse vero che abbiamo una cronica e sempre più sorprendente evasione fiscale, che i costi della nostra politica sono i più alti del mondo, che ab- biamo le pensioni d’oro, abbiamo più auto blu de- gli Stati Uniti? Io apprez- zo questa rivista, ma mi sembra che la responsa- bilità del nostro debito sia tutta nostra, frutto bacato di tanti governi mediocri che abbiamo e- letto noi. Altro che azze- rare il nostro debito «buttandolo sulle spalle della Bce». Cordiali saluti, Angelo Guzzon Cernusco Lombardone, 22/06/2019 Abbiamo naturalmente girato la questione a Francesco Gesualdi. Ecco la sua risposta. Gli anni Ottanta furono catastrofici per lo stato italiano perché si conti- nuò a espandere la spe- sa sociale a debito, con soldi ottenuti esclusiva- mente dalle banche a tassi di interesse esorbi- tanti. I numeri confer- mano: il debito comples- sivo che nel 1980 am- montava a 114 miliardi di euro, 58% del Pil ( Pro- dotto interno lordo ), a fi- ne 1991 lo troviamo a 755 miliardi, 95% del Pil. È abitudine misurare il debito anche in rapporto al Pil per avere un’idea più chiara della sua grandezza. Eppure il nuovo debito contratto per garantire maggiori servizi ai cittadini era stato solo di 140 miliardi. Gli altri 596 miliardi fu- rono debito contratto per pagare gli interessi. Il 1991 rappresenta uno spartiacque nella storia del debito pubblico ita- liano, perché fu l’ultimo anno in cui venne fatto nuovo debito per servizi a vantaggio dei cittadini. Nel 1992 si insedia il go- verno Amato e annuncia al popolo italiano che per aderire al progetto di moneta unica program- mato dall’Unione Euro- pea bisognava entrare nell’ordine di idee di ri- durre il debito. Detto fat- to, innalzò le tasse e ri- dusse le spese ottenen- do un avanzo, fra quanto incassato e quanto speso al netto degli interessi, di 15 miliardi di euro. Ep- pure il debito crebbe an- che quell’anno, per la semplice ragione che il risparmio realizzato non fu sufficiente a coprire la spesa per interessi che obbligò ad accendere al- tro debito. Anno dopo anno, quello stesso mec- canismo si è protratto fi- no ai giorni nostri (ad ec- cezione del 2009) por- tandoci all’assurdo che nonostante 825 miliardi di risparmio realizzati nel periodo 1992-2018, il debito pubblico ha conti- nuato a crescere per l’in- capacità di tenere la cor- sa con gli interessi che nello stesso arco tempo- rale sono ammontati a 2.160 miliardi, di cui 1.320 coperti con nuovo debito. Tutto questo dimostra quanto sia falso afferma- re che lo stato italiano è indebitato perché abbia- mo voluto vivere al di so- pra delle nostre possibi- lità. L’Italia si trova nel- l’attuale livello di indebitamento perché è stata consegnata mani e piedi alle banche. Francesco Gesualdi 06/08/2019 A questo punto la doman- da più logica è: sono ban- che o strozzini e usurai? Si è preso un prestito di 254 miliardi in tutto e ora il debito è di 2.160 miliardi perché si sono fatti altri debiti per pagare quel de- bito? Di questo passo questo debito non sarà mai estinto. Quanto ci vogliono guada- gnare gli usurai che han- no prestato i soldi? 6 MC OTTOBRE2019 Cari mission@ri PASSAGGIO AL MESSICO [Cari amici che mi avete accompagnato in questi anni di vita africana], la data [della mia par- tenza dalla Costa d’Avo- rio verso la mia nuova missione in Messico] si avvicina e voglio cogliere l’occasione per ringra- ziare Dio per il tempo vissuto in Costa d’Avorio. Sono arrivato qui il 16 gennaio 2001. Ho avuto l’opportunità di vedere bambini e bambi- ne crescere; vedere i gio- vani sposarsi e accom- pagnarne alcuni al ripo- so eterno. È stata una vera grazia. Mi scuso se ti ho fatto del male o a volte ti ho delu- so. Sono consapevole di aver vissuto situazioni in cui non sono stato in grado di essere all’altez- za di ciò che ci si aspet- terebbe da un uomo di Dio. Il Signore sa anche che ho vissuto questo tempo con passione. Ho vissuto con passione l’incontro con Dio e la ce- lebrazione dell’Eucari- stia. Ho vissuto con passione l’accompagnamento dei missionari, la costruzio- ne della fraternità, della comunità e di uno stile di stare con persone di di- verse religioni del quar- tiere. Infine, ho vissuto con passione la visita alle fa- miglie e ai villaggi, l’in- serimento tra la gente senufo, la presenza tra giovani e bambini, la pro-

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