Missioni Consolata - Ottobre 2019

BRASILE malaria. «In questo momento - racconta suor Noemi -, c’è un au- mento dei casi di malaria per varie cause, non ultima la rottura della macchina che serve per spargere lo spray anti zanzare». Nel frattempo, arriva anche l’in- fermiere di turno in questo pe- riodo. Si chiama João Lima Dias, 47 anni. «La difficoltà principale - mi spiega - nasce dal fatto che dobbiamo seguire 22 comunità. Dato che siamo pochi, è difficile curare tutte le persone nelle varie maloche disperse sul territorio». Saluto João, perché padre Cor- rado vuole mostrarmi la maloca ( yano ) di una delle comunità più vicine. La maloca e il suo mondo Camminiamo veloci all’ombra di un bosco non fitto. All’improvviso questo lascia il posto a una pic- cola radura occupata da una ma- loca a cielo aperto, casa della co- munità Maamatheri (dove il suf- fisso - theri indica gruppo, comu- nità, e maama significa pietra). Passiamo da un’entrata che è poco più di un pertugio, ma che dà accesso a un mondo. La yano ha una intelaiatura di base fatta di sottili pali di legno ai quali vengono applicate foglie di una palma (nota come ubim , nome scientifico geonoma ) e liane per formare le pareti e il tetto. La grande tettoia forma una sorta di anello al cui centro rimane una piazza utilizzata per feste e danze, distribuzione di ali- menti, cerimonie con gli scia- mani, accoglienza degli ospiti. La maloca è una casa comunitaria, cioè polifamiliare o, per meglio dire, a famiglia estesa (- theri ). «Qui vivono 30 persone - spiega padre Corrado dal centro della piazzetta -. Nella maloca ciascuna famiglia occupa uno spicchio deli- mitato dalle amache stese at- torno a un fuoco». Non ci sono dei contenitori tipo armadi: tutto è in vista. Gli unici oggetti che rie- sco a vedere sono alcune pentole di varie dimensioni. Ci sono anche un tavolone, delle panche e una lavagna: è il piccolo spazio desti- nato alla scuola. Usciamo per una visita alla mis- sione, che si conferma molto cu- rata: erba tagliata, piante da frutto, fiori, nulla fuori posto. Ci dirigiamo verso la casetta che ospita l’ambulatorio gestito dalla Sesai ( Secretaria especial de atenção à saúde Indígena ), orga- nizzazione pubblica per la salute indigena che il presidente Bolso- naro vuole eliminare o almeno ri- dimensionare. L’ambulatorio è una stanza essen- ziale alle cui pareti interne sono appesi manifesti informativi. Ci sono i farmaci e poi, poggiato su un bancone, lo strumento forse più importante: il microscopio per l’individuazione del parassita della

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