Missioni Consolata - Ottobre 2019
46 MC OTTOBRE2019 D Padre Rinaldo Do. Nato a Darfo (Bs) nel 1956, dopo il seminario minore ecco le sue tappe principali: 1975 78 filosofia prima a Torino e poi a Sassuolo (Re), lavorando anche quattro ore al giorno in una fabbrica di piastrelle; 1978 79 noviziato in Certosa Pesio (Cn); 1979 80 anno di servizio nel se minario di Rovereto (Tn); 1980 82 teologia a Madrid (Spagna) e 1982 84 licenza in Missionologia. Ordinato nel 1984 a Boario, è stato animatore in Spagna fino al 1990 e dal 1991 al 2005 è stato missionario nel l’Alto Zaire (RD Congo). Nel 2006 08 è rien trato in Italia per l’animazione missionaria e poi è tornato in RD Congo, prima a Kin shasa e dal 2014 a Neisu. Diventato prete nel 1984, non per le mie capacità, ma per bontà di Dio, ho vissuto 6 anni a Malaga e poi dal 1991 in Congo. Gli anni in Congo sono stati belli anche se preoccu- panti; difficili, ma ricchi di amore, di fede, di pre- ghiera e di tanti esempi ricevuti dalla mia gente. Dalle periferie immense di Kinshasa alla savana di Doruma e alle foreste di Neisu, gli anni sono pas- sati velocemente e mi hanno fatto maturare. Essere missionario oggi in Congo non è facile. Vo- glio continuare a essere segno di consolazione in- fondendo coraggio, togliendo paure, evidenziando nel discernimento i valori della cultura ngbetu (del popolo Mangbetu), annunciando così che Dio che abbiamo conosciuto in Gesù ha un progetto di amore e di fraternità per tutta l’umanità. Purtroppo, siamo ancora lontani da questo pro- getto di amore, sono troppe le guerre, lo sfrutta- mento, le ingiustizie, le divisioni tra i popoli e le culture… per questo vale la pena di donare la vita per essere missionario. Viva la Consolata, viva il Congo, viva tanta gente dal cuore buono che, con me e con tanti altri mis- sionari, è missionaria! Padre Rinaldo Do RINALDO DO: DALLA VALLE CAMONICA AL CUORE DELLA RD CONGO A servizio della pace in realtà di guerra «N o, Rinaldo no! È troppo birichino!». Queste le parole del mio parroco, don Ilario, a p. Antonio Lasaponara quando lo saluto e gli dico che vo- glio essere missionario, entrando nel seminario di Bevera (Lecco, allora Como). Eravamo nel 1965 quando i missionari passavano facilmente nelle scuole della Valle Camonica per animare ragazzi e giovani alla missione. Fin da piccolo mi piaceva ascoltare suore e preti missionari che ci entusiasmavano ad avere un cuore grande e generoso. Sono cresciuto in una famiglia normale e operaia, un po’ troppo birbantello (aveva ragione don Ilario) ma, penso, con cuore buono.
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