Missioni Consolata - Ottobre 2019
MISSIONE È GIOIA OTTOBRE2019 MC 43 D C’è stato qualche posto dove sono stati contenti di vedere un volto nuovo ma non avevano idea che fosse proprio il loro vescovo a essere fra di loro. La missione è sempre un andare all’incontro del- l’altro e, in modo particolare, all’incontro di colui/colei che non si sente degno di tale visita. In- fatti, il mio motto episcopale (diventato «saluto» nella diocesi) è: «La Parola si è fatta carne» (Gv 1:14), espressione di quel Dio venuto al nostro in- contro nella nostra fragilità. Di questo incontro nella fragilità la diocesi è testi- mone con delle iniziative che sono uniche in questa nazione. Eswatini è la nazione con la percentuale più alta al mondo di malati di Aids. Da quasi 20 anni, la dio- cesi porta avanti una casa di cura per adulti e bam- bini. Nata nei tempi nei quali l’Aids era una JOSÉ LUIS PONCE DE LEON: ESWATINI - MISSIONARIO E VESCOVO Arrivare senza farsi annunciare Mons. José Luis Gerardo Ponce de León. È nato in Argentina, a Buenos Aires, nel 1961, dove ha conosciuto i missionari della Consolata. Dopo la formazione di base nel suo paese e in Colom- bia, è stato ordinato sacerdote nel 1986. Tornato in Argentina per alcuni anni di animazione missionaria, nel 1994 è stato mandato in Sud Africa, dove, nel 2009, è diventato vescovo di Ingwuavuma (ai confini con il Mozambico) e poi vescovo di Manzini in quello che un tempo era lo Swaziland e oggi è lo Eswatini. V escovo da 10 anni. In due nazioni diverse: Sud Africa prima e, da cinque anni, nel Regno di Eswatini, ex Swaziland. In tutti e due i posti sono partito allo stesso modo. Non conoscevo la zona che mi era stata affidata e così ho deciso di visitare ogni singola comunità, pic- cola (piccolissima) o grande. Qui, in Eswatini, ce ne sono 120. Arrivavo senza farmi annunciare. Non vo- levo che la gente fosse lì «per il vescovo» ma per il giorno del Signore (la domenica). Non è stato semplice che loro accettassero questo «mio» modo di farmi presente, perché avrebbero voluto potermi accogliere diversamente, ma... non hanno avuto scelta. L’impatto è stato forte perché in diversi posti era la prima volta che vedevano il vescovo fra di loro. «Oggi noi siamo la cattedrale», dicevano con un grande sorriso.
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